Perché parliamo di laicità?

Perché parliamo di laicità?

Creato: Wed, 14/03/2012 - 16:10
di: Torino
Perché parliamo di laicità?

L’ARCI ha nel proprio dna l’idea e la pratica della laicità. La nostra storia dice di quanto i temi della laicità abbiano avuto ed hanno un peso rilevante nel nostro agire quotidiano.

L’approccio laico, infatti, ha caratterizzato l’azione dell’Associazione sin dai suoi albori. L’atteggiamento di apertura verso modelli educativi non orientati religiosamente e la tendenza a mettere a disposizione delle persone (in particolare dei ceti cosiddetti subalterni) spazi nei quali poter esprimere liberamente il proprio pensiero, è stato utilizzato come puntello nella campagna demolitoria, attuata con accanimento scientifico, dalla chiesa negli anni a ridosso della seconda guerra mondiale. Una “guerra santa” lanciata contro quei “Pionieri” dai quali nascerà, per volontà soprattutto di Carlo Pagliarini e di altri lungimiranti compagni, l’ARCI Ragazzi. Quest’ultima è ancora oggi una costola della nostra federazione: un coacervo di piccole associazioni che hanno fatto dell’educazione laica uno dei principali motivi ispiratori della loro azione. Ci muoviamo, pertanto, circospetti su questo terreno e lo facciamo perché abbiamo consapevolezza della difficoltà che presuppone l’assumere uno “stile” laico. Significa avere la capacità di accogliere e valorizzare visioni del mondo che a volte possono anche cozzare contro nostre incapacità (inconfessate) di ampliare la nostra visuale o rigidità ereditate dal nostro modello di riferimento.

La nostra tradizione nasce nelle case del popolo, luoghi nei quali, già a partire dai primi anni ’50, si sfidavano l’ortodossia cattolica e l’arroganza delle organizzazioni politiche avverse alle forze popolari, coalizzate insieme contro il “pericolo comunista” e gli insegnamenti atei che si praticavano negli spazi cooperativistici. A questa esperienza, alla necessità di difendere i valori della resistenza e al pensiero politico al quale ci siamo ispirati, potrebbero essere, eventualmente, addebitati una certa difficoltà a rispettare pienamente quello “stile laico” di cui sopra. Ma, come si diceva, ne abbiamo consapevolezza e ciò rappresenta da un lato un nodo critico e allo stesso tempo uno sprone a mantenere desta l’attenzione verso slittamenti e imprevisti irrigidimenti ideologici.

Condividiamo e ci battiamo, insieme alla Consulta per la Laicità della quale siamo parte attiva, per la difesa del diritto di scelta dell’individuo, specie quando si tratta di impedire che si instauri definitivamente quello stato etico, che diremmo in realtà fascista - come è quello stato che avoca a se scelte che il singolo cittadino dovrebbe poter liberamente fare in quanto riguardanti esclusivamente la sua sola persona – per nulla desideroso di autonomizzarsi dai poteri ecclesiali sui quali si appiattiscono le sue scelte politiche. Scelte che interferiscono pesantemente nella vita degli individui, ledendone (vedi provvedimenti e imposizioni su procreazione assistita e testamento biologico) in modo insopportabile il diritto all’autodeterminazione.

La rassegna cinematografica che ospitiamo grazie allo sforzo congiunto della Consulta, del Comitato ARCI Torino e dell’UCCA è il segnale di un rinnovato impegno per argomentare con tutti i mezzi possibili i motivi e la validità del pensiero laico. Sono proposte contrassegnate da una precisa intenzione: evidenziare e denunciare lo stato delle cose e di quanto sia pervasiva la presenza religiosa e quanto sia intensa l’opera di annichilimento della voce laica nel nostro paese. Chi fruirà della visione dei film ci auguriamo voglia manifestare, nei momenti di dibattito previsti, le proprie opinioni. Il cinema è un mezzo potente attraverso il quale è possibile far espandere il discorso della laicità perché possa raggiungere anche chi normalmente non ha particolare attenzione all’interrogazione sulla vita che il pensiero laico propone. Vi aspettiamo, allora, in via Verdi 34.

 

Quarta Rassegna Biennale del Cinema Laico - programma.