Dopo la conferenza stampa svoltasi l'11 marzo scorso (www.arcipiemonte.it/torino/articoli/lemergenza-nord-africa-non-finita-governo-o-caos), che ha visto presenti presso il Comitato Arci Torino Comune e Provincia di Torino, abbiamo continuato il lavoro in struttura, ovviamente senza alcun tipo di contributo e su base volontaria.
Le compagini che hanno fatto parte di questo progetto (Progetto Tenda, Hidra, Origina, Dravelli, Centro di formazione solidale, Horas, Comitato Balon Mundial, Filo Continuo, Aries) hanno promosso un piano solidale per i primi 18 giorni ma adesso, 22 marzo, nessuna cooperativa, associazione o compagine lavorativa è presente in struttura.
Abbiamo lasciato la comunità intatta interamente attrezzata nella speranza di manlevare almeno gli ospiti da problemi di abitabilità anche se i gestori di luce e riscaldamento hanno cessato l'erogazione dei servizi per morosità.
Un risultato purtroppo negativo di tutta la vicenda che, sebbene gestita con attenzione ed eticità, ponendo come attenzione primaria il servizio ai profughi e il rispetto dei lavoratori coinvolti, non è stata in grado di forzare le Istituzioni, in primis Regione Piemonte e Prefettura di Torino, in tutte quelle pratiche d'inclusione sociale che sono alla base del rispetto dei diritti e della dignità.
Per questo risulta ancor più importante l'iniziativa del Circolo Arci Bazura (via Belfiore 1 bis Torino) che ha deciso di offrire un pasto quotidiano a 5 profughi, lanciando ai suoi soci un appello per la raccolta del cibo (pasta, riso, verdure, legumi...).