Per governare le metamorfosi in corso di questa città, i modelli tradizionali dei piani di sviluppo territoriali non sono spesso idonei, lo sappiamo tutti.
Torino, come tutte le strutture urbane complesse, subisce mutamenti quotidiani, garanti di una interconnessione al tutto che gli fa da sfondo e che nello stesso tempo la compone. Promuovere e diffondere la cultura del buon vivere oggi può passare solo attraverso l’applicazione di nuove soluzioni per l’organizzazione di questa città. Ma tali misure non possono azzerare la storia che i Murazzi hanno percorso in così tanti anni, fra contenimento del disagio e splendido laboratorio d'idee. Se la convivenza tra spazi di produzione-lavoro e residenziali-abitativi diventa ormai sempre più conflittuale, la soluzione non è amputare gli arti di un sistema connettivo vitale, ma ampliarne la sensibilità e con loro interpretare un nuovo futuro.
Il decisionismo autocratico è foriero di pessime pratiche e di disastrosi risultati. Se si ha una visione per il futuro dei Murazzi, la si condivida e diventi una palestra di buone pratiche di coprogettazione con chi, tutti i giorni, la città la vive, l'aiuta nelle sue trasformazioni, e vuole essere soggetto e non oggetto del proprio vissuto.
Gian Giacomo Parigini
Presidente ARCI Torino
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