Le parole non dormono mai. Sono loro a guidare Diego Morra, sagace e intraprendente addetto stampa di un istituto di vigilanza e protagonista del libro pubblicato dalla padovana Ciesse Edizioni, alla scoperta della trama di un delitto a prima vista inspiegabile. Un romanzo nel quale la cornice gialla è l’occasione per riflettere su una professione, quella del giornalista impegnato all’interno di un ufficio stampa, per molti anni bistrattata. Da alcuni, a lungo considerata addirittura come una sorta di giornalismo di serie B.
E invece Diego Morra dimostra quanta competenza, sensibilità e fiuto ci vogliano per comunicare il punto di vista del proprio “cliente” senza con questo tradire la verità dei fatti e la fiducia degli altri giornalisti, quelli che lavorano all’interno delle redazioni. Un’esigenza di verità che spinge l’addetto stampa a svolgere l’indagine con più acume di tutti fino ad arrivare per primo a tagliare il traguardo della soluzione del caso.
Dietro l’attache-investigatore c’è la penna di Gianni Fontana, classe 1951, giornalista e consulente di comunicazione per molte aziende torinesi. E’ lui, in un racconto dai toni talvolta autobiografici, a indurre il lettore alla riflessione su questo angolo di giornalismo. Una riflessione che sarà il filo conduttore nella serata di presentazione del libro.
Accompagnati dalle letture di Nazarena Braidotti, ne discutono con l’autore Stefano Tallia, Segretario Associazione Stampa Subalpina e Franco Borgogno, giornalista.