“C’era un italiano in Argentina…” di Claudio Martino e Paolo Pedrini, pubblicato da Hever Edizioni.
Il saggio ricostruisce la vita di Vittorio Meano, architetto valsusino che progettò e realizzò a Buenos Aires tra fine Ottocento e inizio Novecento il Teatro Colón, ancora oggi considerato tempio assoluto della musica lirica e concertistica, nonché il Palazzo del Congresso, grandioso edificio che accoglie il Parlamento nazionale, presto assurto a simbolo dell’identità collettiva del Paese. Ideò inoltre a Montevideo il Palazzo Legislativo, magnifica sede di camera e senato dell’Uruguay destinata a diventare emblema supremo del piccolo Stato affacciato sul Rio della Plata.
Uno straordinario artista dall’enorme talento fin qui avvolto nel mistero, assassinato nel 1904 a soli 44 anni, quand’era all’apice della carriera. Personaggio tanto sconosciuto in Italia quanto dimenticato in Argentina che Martino e Pedrini hanno riportato alla luce grazie a un’accurata indagine e al reperimento di preziose fonti documentali.
All’incontro interverrà, insieme ai due autori, lo scrittore Piergiacomo Verlucca Frisaglia che leggerà alcuni brani tratti dal volume, arricchiti dalla proiezione di immagini significative del protagonista e delle sue opere.
“C’era un italiano in Argentina…” ricompone l’intricato puzzle della vita di Meano, dunque, dalla nascita a Gravere all'infanzia a Susa, dagli studi a Pinerolo alla giovinezza torinese, dal viaggio verso il Sudamerica alle vicende umane e professionali intessute a Buenos Aires culminate nell’omicidio con i relativi retroscena. Pagine sorprendenti, che in alcune parti rivestono i caratteri dell’inchiesta e a tratti assumono quasi i contorni del noir. Ma il testo, oltre a narrare un’esistenza da romanzo e a sviscerare un enigma da film giallo, parla anche dell’emigrazione italiana, della Torino del XIX secolo e della cifra stilistica dei monumenti meaniani.
Un racconto biografico che diventa affresco storico e si presta a ulteriori chiavi interpretative: l'analogia tra il malaffare pubblico-privato dell'epoca e quello attuale, gli insabbiamenti con i relativi depistaggi in auge allora come adesso, i segreti e i delitti di Stato sempre pronti a irrompere per inquinare e occultare la verità. Un quadro d'insieme all'interno del quale Vittorio Meano emerge con la sua figura intrigante e controversa di uomo potente che seppe ingraziarsi i vertici della politica, destreggiandosi con perizia fra gli interessi economici e la corruzione dilagante di una Nazione in crescita sfrenata. Ma anche di uomo forse perseguitato e tormentato, certamente sopraffatto dagli eventi.
Ingresso riservato ai soci Arci