Il laboratorio, nato nel 2004 e diretto da Renato Sibille, focalizza la sua attività sulla cultura locale dell'Alta Valle di Susa attraverso un approccio di tipo storico e antropologico. Un teatro che guarda al mondo occitano e alla sua identità e attraverso questo, compresa la sua lingua, vuole comunicare in pari dignità con il mondo delle differenze e delle diversità.
Tra i tanti spettacoli messi in scenadal Laboratorio di Salbertrand ricordiamo L’angelo della peste, Distillare è imitare il sole, Oltre l’eco e l’applauditissimo Barbarià.
Non occorre prenotare.
Il laboratorio permanente di ricerca teatrale di Salbertrand:
Il Laboratorio si propone di raccogliere e rielaborare frammenti di memoria, passi solitari lungo sentieri impervi, parole frantumate sulle pietraie ai margini dei campi non più coltivati, immagini racchiuse in piccole cose indimenticabili. Le tecniche mediante le quali il Laboratorio conduce la ricerca trovano fondamento nell’Antropologia Teatrale, una disciplina che studia l’arte dell’attore e la sua presenza scenica nel suo aspetto di extraquotidianità.
Una parte fondamentale del lavoro è costituita dall’incontro con gli abitanti del posto, considerati alla stregua dei grandi maestri poiché custodi del sapere di una terra e dei suoi gesti. È proprio sul gesto che si concentra essenzialmente la ricerca; quel gesto del mondo contadino che perdendosi porta con sé le parole che non hanno più ragione di essere dette perché narrano, descrivono, chiamano quel gesto che produce un lavoro. Il lavoro duro della vita quotidiana ormai lasciata alle spalle, ma ancora presente nella carne e nella memoria di persone eccezionali in grado di trasmettere l’essenza di quella vita e di quel mondo.
In allegato il comunicato stampa
Riservato ai soci ARCI