L’associazione H12 presenta il film “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola al Bazura

L’associazione H12 presenta il film “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola al Bazura

Creato: Tue, 16/04/2013 - 14:39
Quando:
Tue, 16/04/2013 - 21:30
L’associazione H12 presenta il film “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola al Bazura

Il titolo è il verso iniziale di una celebre canzone de Armando Gill de 1918, quella Come pioveva che era stato anche un cavallo di battaglia del giovane Vittorio De Sica. Scomparso mentre il film era in montaggio, è ricordato dagli autori con una dedica finale.

Gianni, Antonio e Nicola si innamorano tutti a turno di Luciana e mediante l'amore per lei percorreranno la storia di trent'anni del dopoguerra italiano, vivendone le speranze e le delusioni di un futuro migliore che non si realizzerà come lo avevano sognato ai tempi delle lotte partigiane. Scoperta è l'intenzione degli autori di identificare in Antonio, colui che non svende i propri ideali a costo di emarginazione e sacrifici, il partito comunista dell'epoca, e in Nicola i movimenti intellettuali del dopoguerra, privi di base popolare e politicamente inconcludenti. Gianni rappresenta invece l'idealismo che viene a compromessi con il potere e che a esso si vende per denaro, accusa che allora veniva rivolta dalla sinistra ai partiti che governavano insieme alla Democrazia Cristiana. Luciana, infine, è l'Italia, da tutti e tre amata e da due di loro delusa, che alla fine rimarrà con chi non l'ha mai tradita e cioè Antonio (che non ha tradito neanche i suoi principi).

Sullo sfondo, scenario del trentennio narrato (1945-1974), l'Italia trasformista e democristiana, intrallazzi e villa all'Olgiata compresi, efficacemente impersonata da Aldo Fabrizi, in una delle sue ultime interpretazioni cinematografiche. Romolo Catenacci, per il simbolismo che incarna, assume i caratteri dell'immortalità, a dispetto delle mire di Gianni Perego che vorrebbe diventare erede delle sue fortune. Il film è una fotografia, vista con l'occhio della sinistra dell'epoca (1974), delle occasioni mancate, delle energie sciupate, delle speranze e degli ideali traditi e lascia l'amaro in bocca per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, dove il fallimento dei protagonisti è anche quello di un intero Paese. Tra i propri film, è stato uno dei pochi che Gassman ricordava volentieri. L'inizio della storia è filmato in bianco e nero per poi passare al colore nell'ultima inquadratura del primo tempo, in una scena che corrisponde al commiato dei tre protagonisti da Luciana, all'indomani delle prime elezioni del dopoguerra. Il commiato è anche quello dei tre amici l'uno dall'altro, destinati a ritrovarsi solo dopo 25 anni. Il passaggio al colore avviene sull'inquadratura di una Sacra Famiglia dipinta sul pavimento di una piazza da un madonnaro, e simboleggia la rapida e traumatica trasformazione in atto in quel periodo di storia dell'Italia, da paese agricolo e arretrato a paese industriale e moderno. Interpretazione corale, compresi gli attori di seconda fila, sceneggiatura navigata con citazioni appassionate del neorealismo di Vittorio De Sica, ma anche di Federico Fellini mentre gira la scena della Fontana di Trevi de La dolce vita con Marcello Mastroianni: i due appaiono nel ruolo di loro stessi, al pari di Mike Bongiorno nella ricostruzione di Lascia o raddoppia?. Alla colonna sonora fa spicco il genio di Armando Trovajoli.

Ingresso libero riservato ai soci ARCI.

Scheda Circolo