Cinerassegna rock: ‘La grande truffa del rock and roll’ – Sex Pistols allo United

Cinerassegna rock: ‘La grande truffa del rock and roll’ – Sex Pistols allo United

Creato: Tue, 05/11/2013 - 17:27
di: Torino
Quando:
Sun, 10/11/2013 - 21:30
Tags: Torino, Cinema
Cinerassegna rock: ‘La grande truffa del rock and roll’ – Sex Pistols allo United

THE GREAT ROCK’N’ROLL SWINDLE di JULIEN TEMPLE – (1980)

GENERE: Commedia, Musical
REGIA: Julien Temple
SCENEGGIATURA: Julien Temple
ATTORI:
Malcolm McLaren, Steve Jones, Paul Cook, Sid Vicious, Johnny Lydon, Ronnie Biggs, Liz Fraser, Jess Conrad, Mary Millinghton, James Aubrey, Julian Holloway, Irene Handl
Ruoli ed Interpreti

FOTOGRAFIA: Adam Barker-Mill, Nicholas D. Knowland, John Metcalfe, Willi Patterson
MONTAGGIO: Richard Bedford, Crispin Green, Mike Maslin, David Rae, Gordon Swire, Bernie Pokrzywa
MUSICHE: Sex Pistols
PRODUZIONE: BOYD’S CO., KENDON FILMS LTD., VIRGIN FILMS, MATRIXBEST
DISTRIBUZIONE: GIANGI FILM REAK – VIRGIN MUSIC VIDEO, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT VIDEO, L’UNITA’ VIDEO
PAESE: Gran Bretagna 1980
DURATA: 109 Min

Quando The Great R’N’R Swindle vide la luce nelle sale, correva la primavera dell’anno 1980. I cadaveri di cui il film si fa beffe, quindi, sono due: Sid Vicious (morto da un anno), e i Sex Pistols, implosi sulle macerie di loro stessi al termine del disastroso tour americano datato 1978, “culminato” nella sgangherata cover di No Fun in quel di Winterland, San Francisco. La pellicola è il parto rabberciato e deforme dell’idea originaria che McLaren intendeva commissionare a Russ Mayer nel 1977, periodo di massima diffusione del fenomeno punk-rock, durante il quale, come cantavano i Clash, Londra bruciava ancora. Accantonato il progetto primigenio causa la mancata emissione delle buste paga da parte dello stesso McLaren (uno a cui i soldi piaceva sgraffignarli qua e la, ma al solo scopo di tenerseli ben al sicuro nelle sue rigonfie tasche), il film riprende quota sotto la supervisione di Julien Temple, regista che aveva già gravitato nell’entourage dei quattro hooligans del punk, durante la lavorazione del cortometraggio Sex Pistols Number 1. Obiettivo dichiarato del manager arraffa quattrini, “fare le nozze con i fichi secchi”. Ecco che fin dalle prime battute, TGR’N’RS si palesa per quello che (non) è: un finto documentario in stile patchwork, stiracchiato fino all’inverosimile attraverso l’utilizzo di materiale di repertorio e sequenze al limite del delirante, montate senza soluzione di continuità, con il solo obiettivo di raggiungere la durata minima necessaria al passaggio in sala. Ripudiato Lydon/Rotten (già da tempo impegnato con la sua nuova creatura Public Image Limited), la pellicola si trasforma nella testimonianza di celluloide delle presunte doti di burattinaio del rosso Malcon, con tanto di dieci tavole recanti le regole base per orchestrare e portare a termine una perfetta truffa musicale. Le quattro Pistole del Sesso vengono dipinte come innocui burattini assetati di birra scadente e anfetamine, il frontman, l’uomo dagli occhi spiritati e dal fare antistar, simbolo della rivolta londinese, viene sostituito da una maschera di lattice. Vicious è un rottame ambulante e narcolettico, mentre Cook e Jones impersonificano al meglio la parte dei deficienti lobotomizzati, con il primo quasi violentato su un auto dai giovanissimi Police, e il secondo, impegnato a girovagare di notte come un cretino che cerca di imitare Bogart nell’abbigliamento. Di ciò che è stato, musicalmente e sociologicamente, il movimento punk non vi è traccia. Qui c’è spazio solo per la visione mercantilistica del fenomeno (a ragion del vero non del tutto campata in aria), propria del McLaren pensiero. E’ lui il vero protagonista dell’operazione e, assieme a lui, i trucchi e le polemiche innescate ad arte per spillare sterline sonanti alle case discografiche prime, e aggiudicarsi le prime pagine dei quotidiani poi. The Great Rock’N’Roll Swidle è lo sghignazzo che sembra regalare la vittoria finale all’ex manager dei New York Dolls. Per fortuna sarà lo stesso Julien Temple, vent’anni dopo, a far ridere (anche se amaramente) per ultimo, chi merita veramente.
A cura di Luca Lombardini

Il materiale presente nell’album si presenta incoerente, ma molto spesso divertente. Tra i pezzi si possono notare molte cover, come (I’m Not Your) Stepping Stone dei Monkees, Substitute degli Who, una demo di Anarchy in the U.K., presente anche in versione francese con fisarmonica, due pezzi cantati da Edward Tudor-Pole (successivamente nei Tenpole Tudor, gruppo inglese del periodo), e, forse il pezzo più conosciuto, cioè My Way di Paul Anka cantata da Sid Vicious con uno stile tutto suo. Vi si trovano anche pezzi della band dal vivo, e canzoni eseguite da altri cantanti. Tra questi si possono menzionare sicuramente il loro manager, Malcolm McLaren, e Ronnie Biggs, famoso per essere stato uno dei componenti della banda della grande rapina al treno del 1963, avvenuta nell’agosto dello stesso anno in Inghilterra, rapina che fruttò circa 2,6 milioni di sterline. Il disco arrivò alla posizione numero 7 nelle classifiche inglesi.

Ingresso riservato ai soci Arci.