Radio La Colifata, progetto nato nel gigantesco manicomio maschile di Buenos Aires.

Radio La Colifata, progetto nato nel gigantesco manicomio maschile di Buenos Aires.

Creato: Wed, 07/03/2012 - 12:12
di: Torino
Radio La Colifata, progetto nato nel gigantesco manicomio maschile di Buenos Aires.

Nel 1991 inizia nel Borda, il gigantesco manicomio maschile di Buenos Aires, una incredibile esperienza, che porterà alla costituzione di una radio che trasmette dall’interno. Inizialmente si trovavano alcuni operatori, tra cui il giovane psicologo Alfredo Oliveira, l’ideatore e qualche paziente e l’obiettivo della radio consisteva nella produzione e nel riscatto della soggettività, partendo da due idee fondamentali: la solidarietà e la convinzione che lo status quo si può modificare.

In quest’ottica la radio si propone come una costruzione sociale collettiva in risposta alla psicosi ed al suo aspetto più devastante: l’emarginazione. Radio La Colifata diventa uno spazio di riflessione al cui interno modificare la follia nell’immaginario prima dei partecipanti, poi della collettività. Trasformare la certezza in domanda, dare parola non solo simbolica alla psicosi e riscattare la sofferenza con la creatività e la solidarietà. Un discorso senza interlocutore o incapsulato nel suo delirio viene rotto dalla parola detta per essere ascoltata.

Con strumentazioni approssimative creavano un programma che veniva trasmesso e raggiungeva le case nel raggio di circa 300 metri al di fuori delle mura. Come dicevamo, la scommessa partiva da due idee base: la solidarietà e la convinzione che lo status quo si può modificare, ed è in questa ottica che la radio si propone come uno strumento per realizzare una costruzione sociale collettiva in risposta alla psicosi e al suo effetto più devastante: l’emarginazione.

Due volte alla settimana, il martedì e il sabato, Alberto, una trentina di internati o ex internati del Borda e 4-5 operatori si trovano per preparare il programma che sarà poi trasmesso in una versione di 15 minuti sulle radio nazionali. La scaletta della trasmissione spazia dallo sport, all’arte, alla politica, alle esperienze personali, alle condizioni di pazienti nel Borda e una volta dimessi cosa accade di loro e viene trasmessa per un raggio di tre km all’esterno. Da questo lavoro di 4-5 ore si estrapola una cassetta di 10 minuti trasmessa sulle reti nazionali.

La Colifata è ormai famosa in argentina, tanto che nel dicembre del 2001, durante la rivolta, oltre centomila cittadini la usarono per assemblee e dibattiti. Un paziente che si occupa di sport alla domenica va allo stadio accreditato come giornalista!
Manu Chao ha composto un cd per loro aumentandone la popolarità, tanto che La Colifata ha dilagato come un’onda di speranza rivoluzionaria tra i pazienti psichiatrici, da cui sono nate esperienze simili: radio Vilardevoz nel manicomio di Montevideo, radio Durchegknallt nei servizi di salute mentale di Norimberga, radio 180 a Mantova, estación Paradiso a Santiago del Cile, radio Loca para ti a Rio de Janeiro. Sono stati già prodotti alcuni film su questa esperienza, tra cui uno di Valentina Monti, una giovane regista bolognese e uno di Carlos Larrondo, un regista argentino.

Al Borda tra i vari pezzi di umanità, abbandonati, ma solidali, Ugo Zamburru racconta di aver incontrato Michi il giorno del suo quarantottesimo compleanno: pelle scura, occhi neri, capelli folti, di origine italiana. Gli ha regalato una delle candeline che ornavano la sua torta e gli ha raccontato la sua storia iniziata nel 1983 quando, venticinquenne, fu inviato a combattere per conto della dittatura la guerra delle Malvinas. Racconta del suo battaglione di fanteria composto di trecento persone, di un assalto degli inglesi e delle loro truppe speciali in mezzo alla nebbia, le grida, gli spari, i rantoli, le bestemmie. Solo cinque di loro sono sopravvissuti, Michi non ha retto ed è iniziato il suo calvario in manicomio. Ora, dopo tutti questi anni, ha ricominciato a uscire durante il giorno e a lavorare in una cooperativa. Michi mostra fiero la medaglia di combattente e il certificato che ne attesta la pensione come reduce della guerra delle Malvinas, e Ugo si riempie di melanconica tristezza guardando i suoi occhi ingenui che non hanno ancora capito quanto lo hanno fregato e come continuino a farlo.
 

www.lacolifata.org