Giovedì 27 marzo si è tenuta la finale di Voci della città “Open Mic”, una competizione iniziata nel novembre scorso che ha visto sfidarsi i migliori storytellers in città. Il circolo Officine Corsare ha ospitato l'intera rassegna, orgoglioso di far parte di questo progetto innovativo: lo storytelling è una disciplina nuovissima e poco conosciuta in Italia, anche se da anni affermata negli Stati Uniti e in altri paesi europei.
Le regole da rispettare sono poche ma ferree: la durata, lo stile, la veridicità del racconto ma, soprattutto, le storie raccontate devono essere inerenti al tema scelto per la serata.
La finale era condotta da Alessandra Racca e Arsenio Bravuomo, animata da canzoni e sigle di vecchi cartoni animati perché le storie dei sei finalisti dovevano riguardare episodi della loro infanzia. Gitana Scozzari, Laura Salvai, Stefania Laguardia, Chiara Trevisan, Giuseppina Sabbarese, Ettore Scarpa, sono loro i sei finalisti, tutti con background estremamente differenti ma accomunati dalla voglia di raccontare la propria storia.
Nonostante ogni narrazione sia stata diversa dall'altra, tutti i concorrenti hanno raccontato episodi comici ripescati dalla loro fanciullezza, divertendo e appassionando il pubblico e la giuria popolare.
Il primo premio è andato a Gitana Scozzari che ha raccontato un divertentissimo episodio ambientato in chiesa. Gitana aveva l'abitudine di andarci ogni domenica con la nonna, che le aveva sempre raccomandato di non dare nell'occhio e di seguire cosa facevano gli altri. Un giorno, sentito il prete inneggiare al “ Gesù Salvatore” e orgogliosa del fatto che anche il nome del padre era proprio Salvatore, Gitana cominciò a urlare “È mio papà, È mio papà !”. La nonna infuriata la portò fuori dalla chiesa, la bambina era andata contro un precetto piemontese inviolabile: non farsi notare per alcuna ragione.
Questa storia è valsa a Gitana i 50 euro del premio e, soprattutto, il pass per partecipare allo Story Slam dell'11 Maggio al Salone del Libro, in occasione della festa dei Nuovi Editori Indipendenti.