Sintomi di Gioia, l'omonimo nuovo lavoro della band alessandrina è un disco breve ma intenso dove i testi delle canzoni sono in bilico tra vita privata e politica, trascinandoci in un mondo totale e totalizzante. I problemi della casa sono quelli dello stato e ritornano in diverse canzoni vestiti di contesti e suoni differenti, producendo un eco intenso nella mente dell’ascoltatore che si ritrova qui, oggi, nell’autunno del 2012. Il suono, invece, resta fuori dalle mode.
Si riconoscono diversi spunti figli di ciò che un orecchio allenato definirebbe classico, con influenze che richiamano i cantautori italiani del passato, il rock pop inglese che in questo medioevo culturale possiamo definire colto (vedi Blur), alcuni cantautori della nuova leva americana (vedi Sufijan Steven, con tutti i limiti di non avere orchestre a disposizione e 24 ore al giorno da dedicare alla scrittura), i Flaming Lips.
ISintomi di gioia riescono ad utilizzare la parola “ballare” (la canzone è “2 minuti prima che cambiassi idea”) nel modo in cui Leonard Cohen potrebbe farlo. Non c’è niente di leggero e divertito ma la consapevolezza di avere nelle mani un tesoro: poter scrivere canzoni e farlo al meglio, in libertà, senza prese di posizione di fronte a ciò che è oggettivamente bello e prendendo il dovuto distacco da un mercato che oggi subendo la crisi diventa sempre più schiavo dei cliché. Umberto Maria Giardini (Moltheni), ha curato la produzione artistica del disco insieme alla band suonando inoltre la batteria in “Di Blu”, “Pieno d’oro” e “Canzone per T” (dedicata a Marco Travaglio).
Ingresso libero riservato ai soci ARCI.