"Paparazzi (cronaca di un'alba mai nata)" - per la rassegna Schegge3

"Paparazzi (cronaca di un'alba mai nata)" - per la rassegna Schegge3

Creato: Tue, 11/12/2012 - 14:57
di: Torino
Quando:
Fri, 14/12/2012 - 21:00
Sat, 15/12/2012 - 21:00
Sun, 16/12/2012 - 21:00
Proposto da : Il Cerchio di Gesso
"Paparazzi (cronaca di un'alba mai nata)" - per la rassegna Schegge3

Proseguono gli spettacoli teatrali della rassegna Schegge3 - Rassegna di teatro civile, giunta quest'anno alla sua III edizione.
Il 14 dicembre, in replica il 15 e il 16, va in scena Paparazzi (cronaca di un'alba mai nata) alle ore 21 presso il Cubo (via Pallavicino 35, Torino).

Paparazzi (cronaca di un'alba mai nata), con Elisa Ariano, Emanuele Buganza, Giulia Cicerale, Vincenzo Di Federico, Girolamo Lucania, regia di Girolamo Lucania, è l’ultima fatica de Il Cerchio di Gesso, e racconta una notte intera di una giornata qualunque. O almeno quella che dovrebbe essere una giornata qualunque, perché lentamente si fa largo la notizia che il sole non sorgerà più: il sole si sta spegnendo.

Tutta la città, tutti vivono questa notizia nell’unico modo possibile: continuando ad agire come sempre, a lavorare come sempre, a fare come sempre ciò che si sa fare. Un affresco grottesco di maschere, figure umane che caratterizzano la nostra vita: barboni disperati per l’abbandono del cane, cechi, dive della televisione, docenti universitari, spietati killer, musicisti, cani suicidi, baristi e bigliettai ammutoliti nel silenzio dell’inutilità del proprio mestiere. Camerieri che nonostante la fine imminente, pretendono il pagamento del conto, altrimenti saranno licenziati. Così si compie l’aborto del sole. La natura si rifiuta di illuminare la povertà umana.

Nella messa in scena della Compagnia, il Sole e la sua fine sono una metafora della fine dell’innocenza, la crudeltà del tempo e del costante dover crescere. Lo spettacolo vede infatti la morte dei giocattoli: i personaggi grotteschi nelle loro ultime ore, riprendono i propri impolverati giocattoli, e li animano come un tempo. Ma quel tempo è finito, e i giocattoli muoiono, non si può più tornare indietro, la luce dell’infanzia, quell’innocenza, non può tornare.

Così si è costretti a lavorare, a riempire il tempo di sistematici gesti, sempre uguali.

Gli attori vivono così un gioco continuo: continui cambi scena, luci, utilizzo di musiche dal vivo e manipolazioni di oggetti e giocattoli, continui cambi di personaggi, visti come dagli occhi dei bambini.

In tal modo la compagnia continua nel suo percorso di ricerca di un codice singolare che ne caratterizzi il lavoro e l’espressività.

 

Ingresso riservato ai soci ARCI, contributo richiesto ai soci 5,00 €.

Scheda Associazione.