Canto cunto e mi ni fricu a cura del Circolo Fuoriluogo

Canto cunto e mi ni fricu a cura del Circolo Fuoriluogo

Creato: Mon, 26/11/2012 - 14:08
Quando:
Sat, 01/12/2012 - 22:00
Proposto da : Fuoriluogo Interzona
Canto cunto e mi ni fricu a cura del Circolo Fuoriluogo

Canti e racconti della tradizione popolare meridionale, riproposti da Biagio Accardi, cantastorie e commediante calabrese che porta nel suo zaino strumenti, memorie e suggestioni fuori dal tempo fisico, fuori dai luoghi tangibili.

Seguire l'invito di Biagio è semplice: basta accettare di 'uscire' dal proprio luogo per mettersi alla ricerca del luogo ancestrale, fiabesco, che ha ospitato tutti noi da bambini e che forse ancora cerchiamo.

La guida è sicura, scanzonata ed allegra ed anche i più scettici sentiranno - quantomeno- di averlo sfiorato quel luogo. La strada è battuta da tamburelli, corde, gioie ed affanni del sud: per una sera esso diventa origine e radice di tutti, accogliendo chiunque, raccontando e raccontandosi, finendo per diventare davvero quel luogo 'fuori' dal quotidiano eppure così intimo (anche se siete di Bergamo Alta)

La serata si apre con una cena calabrese (è gradita la prenotazione), ottimo e tradizionale viatico per le storie che ci attendono.

“Cantu e cuntu” è uno Spettacolo realizzato con le tecniche dei Cantastorie, figura tradizionale della Cultura Popolare, che si spostava nelle Piazze e raccontava con il Canto una Storia o una Leggenda che spesso era attualizzata.
Lo Spettacolo è un Viaggio attraverso la Musica e i Racconti che accompagnavano l’uomo in un contesto rurale che ormai stà scomparendo...

Un Viaggio in quel tempo in cui… la Musica cullava l’uomo-bimbo con le melodie delle ninnenanne, rendeva magiche le Fiabe che gli venivano raccontate e usciva in strada insieme agli stessi bambini rallegrando i loro giochi attraverso le filastrocche… “gallinella zoppa zoppa quante penne tieni ‘n coppa, e ne tieni ventiquattro…uno, due, tre e quattro”.

Ancora… la Musica era il mezzo per esprimere le pene del cuore e le fatiche dei campi, la rabbia e le oppressioni dei Popoli.
Il Cantastorie, allora, Cantava e Cuntava girando di Piazza in Piazza, come fa ancora oggi…per non perdere la Memoria !

Biagio Accardi da anni è impegnato nel recupero delle Tradizioni etno-musicali, studiando e sperimentando, nel tempo, mezzi e modi sempre nuovi per arricchire il proprio lavoro.
Nello Spettacolo Cantu e Cuntu oltre alla Voce e alla Chitarra, fanno da cornice il Tamburo e la Lira Calabrese. L’uso della Maschera in alcune parti dello Spettacolo, rimanda chiaramente alla Commedia dell’Arte.

Ingresso libero riservato ai soci ARCI

 

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