Nelle zone del terremoto la solidarietà è già al lavoro

Nelle zone del terremoto la solidarietà è già al lavoro

Roma, 23.05.2012 - Nelle zone del terremoto la solidarietà è già al lavoro. 

Dalle 4.04 del 20 maggio quando la terra ha tremato tra Finale Emilia e San Felice sul Panaro, al confine tra la provincia di Modena e quella di Ferrara, le scosse non si sono fermate. Il 21 maggio si è arrivati ad una rilevazione sismica quasi ogni ora. Nelle ore è salito il bilancio degli sfollati: sono circa 4.500, ovvero 1.500 in più rispetto alla stima compiuta poche ore dopo il sisma. Un numero che cresce ancora, fino a 5mila, se si considera le persone che, oltre a un tetto, hanno anche bisogno di un pasto caldo e di vestiti asciutti. La Cgil di Modena e Ferrara parla di 5mila posti di lavoro a rischio nell’industria. Delle oltre 150 imprese che fanno capo a Confindustria Modena, e che danno lavoro a quasi 9mila dipendenti, circa il 70% ha registrato danni strutturali di entità media o grave che le hanno costrette a interrompere la produzione. Altrettanto drammatiche le conseguenze del terremoto sul patrimonio artistico. Per chiese ed edifici storici, il sisma di ieri è stato «un durissimo colpo», sostiene la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia-Romagna, che parla di «danni irrimediabili». La risposta del Governo è stata pronta. Il presidente del Consiglio Monti si è recato già dalla sera del 21 maggio sui luoghi del sisma. La mattina del 22 maggio ha compiuto un sopralluogo tra Finale Emilia, Mirandola e Sant’Agostino ed è stato decretato lo Stato di calamità naturale con l’affidamento dei pieni poteri al Capo della Protezione Civile nazionale Gabrielli per i prossimi venti giorni.

Il presidente della Regione Vasco Errani ha chiesto al Governo che vengano adottate anche alcune misure di alleggerimento del peso fiscale su famiglie e imprese.

Regge molto bene la rete sociale. Infatti, rispetto ai 5mila posti allestiti per gli sfollati nelle tende, ne sono stati impegnati circa 3mila perché molti hanno trovato rifugio da parenti e amici. Subito pronto anche l’intervento di ingegneri e tecnici volontari per la verifica strutturale degli edifici e dei medici che si sono resi disponibili per i turni nelle tendopoli. L’impressione generale è quella di una popolazione che non si arrende no­nostante le continue scosse e la pioggia che ha smesso solo per qualche ora da quando si è verificato il sisma. Per quanto riguarda i circoli Arci della zona, Greta Barbolini, presidente del Comitato provinciale di Modena, ha compiuto un sopralluogo il 20 maggio pomeriggio e la situazione è abbastanza buona: pochi danni effettivi e nessun ferito tra soci e volontari, anzi chi ha potuto si è reso disponibile per aiutare gli sfollati. Al circolo Aquaragia di Mirandola alle 4.04 del 20 maggio i soci erano ancora in piedi dopo la festa di chiusura della stagione invernale. È caduto il contenuto della scaffalatura dietro il bancone bar e si è aperta qualche crepa nei muri non portanti. Proprio di fronte al circolo - che fortunatamente è a piano terra - si è insediato un accampamento della Pro­tezione civile e i dirigenti sono stati tra i primi volontari a confortare anziani e sfollati. Il circolo è stato prudenzialmente chiuso e tran­sennato in attesa di una verifica sulla condizione della struttura. Sempre a Mirandola il Circolo Anziani Autogestito non ha subito danni e già dalla domenica alcuni soci avevano ripreso a incontrarsi. Il circolo Arco­baleno è stato chiuso in via cautelativa, ma non presenta danni. L’Arci 91 di Massa Finalese, il circolo Politeama di San Martino Spino e il circolo Vallaltese di Vallalta di Concordia, più vicini all’epicentro, sono sostanzialmente in buone condizioni.

Il circolo Quartiere Ovest che si trova proprio a Finale Emilia, nella zona dell’epicentro, è abbastanza in ordine, anche se tutto ciò che si trovava sulle scaffalature è caduto. Il circolo si trova in mezzo ad un Parco a due passi dalla sede della Protezione Civile e quindi è diventato un punto di ritrovo, soprattutto il porticato è diventato una zona dove consumare il pranzo e stare insieme per farsi forza.

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L'ARCI ha aperto un conto corrente per le donazioni per il terremoto al Nord:
Conto corrente IT 39 V 05018 03200 000000145350
Presso Banca Etica
Intestato ad: “ASSOCIAZIONE ARCI ”
Causale: "EMERGENZA TERREMOTO IN NORD ITALIA"