Incontro e discussione con Diego Fusaro a partire dal suo recente libro “Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo” (Bompiani, 2012): la modernità è anche la storia del nesso di tensione, adattamento e contrasto tra la filosofia e l’assolutizzazione del mercato in cui si condensa lo spirito del capitalismo. Sulle orme di Hegel e di Marx, il libro delinea una fenomenologia dello spirito del capitalismo condotta sui due piani della storia della modernità e delle principali figure del pensiero che l’hanno animata. Massima alienazione dell’uomo rispetto alle proprie potenzialità ontologiche, l’odierno monoteismo del mercato è la prima società in cui regna sovrano il principio metafisico dell’illimitatezza, il “cattivo infinito” della norma dell’accumulazione smisurata del profitto a scapito della vita umana e del pianeta. In questo scenario, la filosofia resta il luogo del rischio assoluto: infatti, essa è il luogo della possibile resistenza al nichilismo della forma merce e, insieme, della sua eventuale legittimazione in stile postmoderno.
Gli studenti, i passanti, i docenti, gli anticapistalisti per stile e gli anticapitalisti duri e puri, gli anticapitalisti venditori di merci e anche i capitalisti sono invitati a discutere, interloquire e dibattere a ridosso della tavola rotonda che allestiremo nell’Acquario di Altera (Palazzo Nuovo, I piano, fronte aula 33).
Il testo di Fusaro sarà uno spunto per stimolare acute riflessioni nel merito del saggio, dei suoi temi, delle metodologie utilizzate. E per parlare di capitalismo, pure di capitalismo.