La manifestazione di corso Traiano del 3 luglio del 1969 a Torino, segna simbolicamente la data di inizio delle lotte che caratterizzarono il decennio successivo al 68 l'anno della contestazione studentesca in tutto il mondo. Davanti alla FIAT Mirafiori si incontrarono studenti e operai per cambiare la scuola e la fabbrica, contro lo sfruttamento e la selezione di classe, per il diritto allo studio, al lavoro, alla casa, per riappropriarsi della città. Quello che si muoveva a Torino era attivo in tutta Italia. La reazione non tardò a scatenarsi anche in forme tragicamente violente: pochi mesi dopo la "strage di stato" di P. Fontana - 12/12/1969 - tutt'ora impunita come le altre dieci che seguirono, dà il segno di questa violenza.
Furono anni di importanti conquiste: il libero accesso all'università, lo statuto dei diritti dei lavoratori, i contratti, gli aumenti salariali, le 150 ore, l'abolizione della censura, il referendum sul divorzio, il nuovo diritto di famiglia, i consultori e l'aborto, il voto a 18 anni, l'equo canone. Anni che videro una partecipazione collettiva straordinaria, il desiderio di sperimentare nuove forme di vita, il femminismo, gli happening, il personale politico, il rifiuto dell'autoritarismo e della repressione familiare e sessuale.
Furono però anche anni di scontri molto duri, le crescenti difficoltà a reggere il livello politico del confronto implicarono anche un inevitabile calo della partecipazione aprendo spazi crescenti ad un livello di violenza sempre più alto fino ad arrivare allo scontro aperto tra il movimento del 77 e le organizzazioni storiche del movimento operaio, per non dire della parabola terroristica, nella quale il rapimento Moro e l’uccisione dell’operaio Guido Rossa restano gli episodi politicamente più emblematici.
La marcia dei quarantamila dopo i 35 giorni di lotta alla FIAT chiuse gli anni 70 e segnò simbolicamente la sconfitta dei due movimenti che li aprirono, quello studentesco e quello operaio, il "grande freddo" segnò inesorabilmente le successive esperienze.
Come fu possibile tutto ciò? Quali cause, determinarono questa involuzione? Quali ragioni spiegano che solo in Italia, tra le democrazie avanzate, si raggiunse una disponibilità così ampia all'uso della violenza come forma di lotta politica? Quali furono i principali errori commessi sia dal PCI sia dai movimenti? Quali le responsabilità dello stato e delle forze dell'ordine? E quale lascito negativo e positivo quegli anni producono ancora sull'oggi?
Questi ed altri collegati interrogativi vogliamo affrontare, in un dibattito sereno quanto aperto, sollecitato da recenti controverse modalità di commemorazione. Lo faremo con lo storico Giovanni De Luna autore competente di numerosi saggi, articoli e libri su gli anni 70.
Un gruppo di aderenti alla FGCI in quegli anni
Caffè Basaglia - Ad Ovest di Treviri - ARS