Il circolo XXV Aprile nel mese di Ottobre mette a disposizione un nuovo libro per la lettura in sala ai suoi soci.
l' appuntamento è con "Ero cattivo " di Antonio Ferrara
Recensione
Cosa vorrebbe un genitore per il proprio figlio? Sicuramente che andasse bene a scuola, che aiutasse la madre in casa, che leggesse dei libri e magari che fosse il primo in uno sport. Tuttavia, se lasciamo per un momento il campo delle ipotesi per dare un’occhiata ad un altro spaccato di realtà, possiamo facilmente scoprire che sono davvero tanti i ragazzi che per un motivo o per un altro manifestano dei disagi nei confronti del mondo che li circonda. Antonio Ferrara, allora, che di esperienza nelle comunità di recupero, ne ha avute parecchie con il suo ultimo romanzo ha avuto la capacità di farci aprire gli occhi, raccontandoci uno spaccato di mondo che molto spesso finiamo per ignorare. Protagonista di questa storia è Angelo, un ragazzo discolo con atteggiamenti violenti che nel suo paese ne fa una più del diavolo, almeno fino al giorno in cui ne combina una davvero troppo grossa che il Preside della scuola non può di certo ignorare. A questo punto Angelo scoprirà a proprie spese che in questo mondo ogni azione, giusta o sbagliata che sia, ha delle conseguenze e finirà col passare del tempo in una comunità di recupero.
In questo mondo che vive ai margini della società ci sono anche altri ragazzi che devono fare i conti con un passato che non è stato di certo prodigo di gloria e fortuna. Inoltre, in questa piccola comunità, c’è anche padre Costantino, un personaggio solare e del tutto atipico che crede ciecamente nel bene. Angelo dapprima non comprende il comportamento del prete, ma a mano a mano che passerà del tempo in questo luogo isolato non potrà non rendersi conto dell’influenza benefica che questo personaggio ha nei confronti delle persone che gli stanno attorno. Padre Costantino, infatti, è convinto nelle possibilità di recupero di questo gruppo, ma è fondamentale che ognuno di loro abbia un obiettivo. In questo modo Angelo, un po’ per provocazione, un po’ per desiderio personale, sceglie di adottare un cane e di occuparsi di lui giorno e notte. Ma la vita per queste persone non è così semplice e se da un lato si scolpiscono amicizie profonde, dall’altro il male si manifesta in diverse forme ed è sempre in agguato per rompere il delicato equilibrio che c’è fra questi ragazzi.
Insomma, dopo aver letto questo libro una cosa ve la diciamo subito. Se da un lato Antonio Ferrara ha trattato delle tematiche molto delicate in maniera peraltro molto fine, dall’altro ha dimostrato la capacità di saperle raccontare in maniera molto leggera, con uno stile lapidario e soprattutto con tutta la franchezza di chi alcune esperienze le ha vissute davvero. Al posto di spiegazioni inutili e pesanti, l’autore riesce a raccontare la vita, e anche la morte, in un modo che è esente da dubbi e da domande. Tutto, mentre lo si legge, diventa subito chiaro e nitido e allora si capisce che i personaggi del romanzo, da Angelo che cerca di attirare l’attenzione su di sé fino agli altri che hanno un passato ben più difficile alle spalle, hanno delle storie da raccontare e non sono cattivi per scelta ma forse per difesa o per mancanza di attenzioni.
E poi c’è padre Costantino, un personaggio ricco di fascino che ama dipingere le persone immaginandole nel futuro, e che ha la capacità di andare sempre oltre quello che gli altri non vedono. Certo, non sarà un cammino facile quello di Angelo, ma se gli stimoli arrivano nel modo giusto e soprattutto se si ha un obiettivo, allora c’è la speranza che dalla più brutta delle erbacce nasca il fiore più bello e che un ragazzo che sembrava senza speranza possa essere finalmente essere reinserito nel mondo. E’ vero, a volte per migliorare è necessaria soprattutto la volontà, ma se gli stimoli arrivano anche dall’esterno e soprattutto se si riesce a riempire il vuoto con una nuova prospettiva (qualsiasi essa sia) allora c’è ancora la speranza per un recupero totale. E padre Costantino, da questo punto di vista, è una persona che non molla mai, soprattutto con i ragazzi come Angelo che, forse, non si comportano in quel modo perché lo hanno scelto loro.