Al Teatro Dravelli di Moncalieri, nuovo appuntamento della rassegna "Fermata Bengasi", con "Le prénom"

Al Teatro Dravelli di Moncalieri, nuovo appuntamento della rassegna "Fermata Bengasi", con "Le prénom"

Creato: Mon, 04/02/2019 - 13:31
di: Torino
Quando:
Sun, 17/02/2019 - 19:45
Proposto da : Teatranza - Artedrama
Al Teatro Dravelli di Moncalieri, nuovo appuntamento della rassegna "Fermata Bengasi", con "Le prénom"

Sinossi

"Le prénom", una commedia graffiante con risvolti grotteschi che mette a nudo ciò che spesso si cela dietro al muro delle formalità.

Siamo a Parigi, oggi. Cinque persone appartenenti alla media borghesia stanno per vivere una serata come tante altre. Élisabeth e suo marito Pierre sono professori. Vincent, il fratello di lei, fa l’agente immobiliare e la sua giovane moglie incinta, Anna, è un'esperta di moda, mentre Claude, lo storico amico d'infanzia, è primo trombone dell'orchestra filarmonica di Radio France. Vincent e Anna stanno per diventare genitori per la prima volta e vengono invitati, insieme a Claude, a una tranquilla cena in famiglia a casa di Élisabeth e Pierre. Quella sera, però, accade qualcosa di inatteso: quando la giovane coppia rivela il nome che vuole dare al bambino, tutto si frantuma. La discussione degenera investendo valori e scelte personali. Tra sorprese e battaglie private che non escludono nessuno, si svela il ritratto di una famiglia allo sbando. Tutti e cinque fanno i conti con i propri segreti e i propri difetti, ma anche con un comune sentimento di appartenenza che porta ad un finale aperto e “riparatore”.

Presentato per la prima volta a Parigi nel 2010, “Le prénom” ottenne sei nomination al prestigioso Prix Molière dell’anno seguente e fu adattato subito per il grande schermo dai suoi stessi autori (il film uscì in Italia con il titolo "Cena tra amici") diventando un successo internazionale.

 

Note di regia

“Le prénom” nasce nel 2018 grazie all’incontro di Crack24 e Doppeltraum Teatro. A partire dalla prima lettura del testo ce ne siamo immediatamente innamorati: una divertente “chiacchiera quotidiana” di un nucleo famigliare borghese costituito da stereotipi sociali ben riconoscibili, in grado però di arrivare a parlarci dell'universo umano con una sensibilità e profondità rari. È una vera e propria macchina da guerra, non c'è niente di scontato o di fine a se stesso, e non è solo una commedia: si ride tanto, ma si arriva presto a riflettere su quello che sta all'interno delle nostre famiglie. Osservando i personaggi non ci si può non riconoscere, anche se con un po' di fastidio, in uno o più di loro: non sono né buoni né cattivi, né giusti né ingiusti, sono semplicemente reali, umani e quindi complessi. La risposta era chiara a tutti: buttiamoci in questa cena!

 

La casa che abbiamo scelto è un ring. Un pvc bianco il nostro pavimento. Pezzi di legno grezzo i nostri muri, macerie che non si tengono più su. Una casa senza fondamenta, faticosa da costruire, facile da distruggere. Cinque persone entrano nello spazio bianco ed è subito casa. Citano ricette all'unisono ed è subito cena. Si lanciano una manciata di polvere ed è subito la fine. L'immaginazione ci prende per mano, il pubblico è seduto in casa con noi, attorno ad una grande tavola/ring, a vivere una cena in cui si parla, si ascolta, si ride, si urla, si assiste a colpi di scena grotteschi, a balli che spezzano silenzi insostenibili, a rancori e legami profondi che esplodono all'improvviso. Da uno scontro politico nasce uno scontro tra esseri umani che fino a quel momento erano convinti di conoscersi perfettamente, di essere trasparenti gli uni per gli altri. Così, da un'atmosfera apparentemente divertita in cui ognuno cerca di "salvarsi la faccia", irrompe qualcosa di reale che fa surriscaldare gli animi e ne svela la parte più oscura. Il super obiettivo che ci guida dal primo giorno di prove è arrivare all'essenza de "Le prénom", al non detto, a ciò che sta sotto le parole, sotto il salotto, sotto la cena. Abbiamo lasciato in cantina tutto ciò che non era fondamentale per il racconto di questa storia: il divano, il tavolo, le sedie, il cibo, il vino, i pianti finti dei bambini, il pancione di Anna, e così via. Ci siamo costretti in una condizione di pericolo, su di un pvc spoglio, senza appigli esterni se non il pubblico, che se si ascolta rimane l'appiglio più forte di tutti, perché pensiamo che il teatro e la vita siano un rischio condiviso e che l'unica cosa che possiamo fare in quanto interpreti sia quella di metterci in una reale condizione di apertura e di lasciare esistere il nostro bisogno degli altri. Questa è la condizione a cui naturalmente arriva anche ogni personaggio della nostra storia, smascherandosi, ignorando le convenzioni delle buone maniere e abbandonandosi nel vuoto per dire semplicemente ciò che pensa in faccia ad amici e parenti. Ci siamo aggrapparti alla verità della relazione tra di noi e con il pubblico, siamo passati attraverso il pericolo di fallire, la debolezza, la bellezza, la forza, la cruda verità, la vita. Tutto questo è ciò che ci auguriamo di regalare attraverso il nostro lavoro, perché ci appartiene, così come appartiene ai personaggi della nostra storia e, chissà, anche al pubblico che sarà presente.

 

Ad una prova aperta ci è stato chiesto: "Perché vederlo a teatro? Perché non andare al cinema?". Questa è una domanda preziosa che ci ripresentiamo ogni sera prima di iniziare, una domanda che ci ha portato a cambiare il nostro modo di vivere l'intero spettacolo e di modificarne il finale stesso. Il teatro ha il fascino che avviene dal vivo, qui, ora, ogni sera, ogni prova è sempre diversa dall’altra, accetta l'imprevisto, il rumore, la stanchezza, la risata. Il teatro accetta e comprende gli altri, nel campo televisivo e del cinema non esiste questa magia. Cerchiamo consapevolmente il contatto con il pubblico perché ogni sera ci regala una quantità di spunti di relazione con la vita, con la realtà quotidiana e con sentimenti che sono universali e condivisi. Lo facciamo a teatro perché speriamo che per noi e per chi viene a circondarci (nel vero senso della parola) possa esistere un prima e un dopo lo spettacolo diversi, perché in fondo Élisabeth, Anna, Pierre, Vincent e Claude ci hanno ricordato che la fissità nelle relazioni, nel lavoro e nella vita non sono la via che vogliamo prendere, preferiamo invece restare fluidi e aperti, pronti a metterci in discussione ogni sera, sbagliando tutto fino in fondo per davvero, piuttosto che restare fissi e comodi in ruoli assunti anni e anni fa.

 

Ma queste, chiaramente, sono solo parole.

(Agnese Mercati)

 

DOPPELTRAUM TEATRO

Doppeltraum Teatro nasce nel 2012 a Torino, fortunato incontro di un gruppo di attori dalla storia e dalla formazione differenti. Con gli spettacoli come “Indicazioni stradali sparse per terra”, dedicato al conflitto degli anni Novanta in ex Jugoslavia, la commedia “Umane Risorse” – menzione speciale nella categoria Teatro di InediTO Premio Colline di Torino 2015 e “Le Supplici oggi” si definisce il carattere di impegno civile di Doppeltraum, accompagnato da uno stile ironico e originale. La sua nuova produzione, nata dal fortunato incontro con la compagnia Crack24, è “Le prénom”, che debutta a maggio 2018 alle Officine Folk, all’interno della rassegna teatrale “Interferenze”, organizzata in collaborazione con Teatro Società e con il patrocinio della Fondazione Piemonte dal Vivo.

 

CRACK24

Un gruppo di 24 attori provenienti da diverse regioni di Italia e con differenti formazioni accademiche teatrali, dopo il comune percorso di alta formazione presso la Shakespeare School di Torino diretta da Jurij Ferrini, si è scelto per creare insieme una propria realtà teatrale. Nel 2017 debuttano in “Sogno Americano” al Teatro Civico Garybaldi di Settimo T.se e replicano nel corso dell’anno alla Cavallerizza Reale di Torino. Nel 2018 decidono di costituire insieme l’  Associazione Culturale Crack24. Nel corso dell’anno, oltre a replicare “Sogno Americano”, si dividono in piccoli gruppi, lavorando a nuove creazioni: “Effetti indesiderati anche gravi”, che debutta a marzo al Teatro Gobetti all’interno della rassegna “Il cielo su Torino” e “Le prénom”, prodotto dalla compagnia Doppeltraum Teatro, con il patrocinio della Fondazione Piemonte dal Vivo.