Si è concluso il secondo campo giovanile dell’Arci, un’importante occasione formativa

Si è concluso il secondo campo giovanile dell’Arci, un’importante occasione formativa

Dal 24 al 29 agosto, presso la Certosa del Gruppo Abele di Avigliana (TO) in Val di Susa, si è svolta la seconda edizione del campo nazionale giovanile dell'Arci. Obiettivo principale era quello di mettere in relazione le tante realtà giovanili che, sempre di più, trovano nella nostra associazione un punto di riferimento culturale, sociale e politico. Alla luce della buona riuscita dell'edizione 2011, anche il programma delle giornate e l'elaborazione delle attività di quest'anno sono stati impostati a partire dal coinvolgimento di quelle realtà che già nel 2011 avevano aderito. Così facendo l'iniziativa ha potuto configurarsi, sin da subito, come un progetto condiviso.
Nato da un'idea del comitato di Torino e del Circolo Arci Margot di Carmagnola, il campo sta consolidando la sua importanza come punto di riferimento formativo dell'associazione; l'impegno di Arci Piemonte, il sostegno e l'interesse dimostrati dal gruppo di lavoro nazionale sulle Politiche Giovanili (che ha inserito l'iniziativa all'interno del suo programma annuale), ne sono la concreta dimostrazione.

I 110 ragazzi che nelle varie giornate hanno partecipato al campo sono stati chiamati a riflettere sull'associazione a partire dal suo acronimo. Il tempo è stato scandito da attività di gruppo (pratiche, tecniche e teorie) e momenti dedicati alla riflessione e al confronto su temi che originano dalla rilettura creativa e critica dell'acronimo stesso, con la finalità di ritrovare le nostre radici fondanti e restituire ai giovani la possibilità di ripensare la 'propria Arci' anche a partire dall'esperienza di chi l'ha fatta crescere.

Nella giornata dedicata alla lettera 'A' i ragazzi sono stati invitati a riflettere sull'Associazionismo e sul ruolo che oggi riveste nel nostro paese. Al mattino si è svolta una tavola rotonda con i rappresentanti della ‘Zona Franka’ di Bari, del Labuan di Roma e dell'ASU di Padova. I relatori, a partire dalle proprie esperienze, si sono interrogati sulla possibilità di fare rete tra le diverse realtà e sulle difficoltà quotidiane che ognuna di esse incontra sul proprio territorio. Nel pomeriggio è stato il turno di 3 giovani dirigenti dell'Arci: Valentina Laterza (Arci Milano), Fiore Zaniboni (Arci Bologna) e Riccardo Montanino (Sputnik Tom di Bologna), che si sono confrontati con i ragazzi sul ruolo che la nostra associazione deve continuare ad avere nel fare quotidiano.

Il giorno seguente si è parlato di Ricreatività; al mattino i ragazzi hanno potuto assistere alla testimonianza di Dario Cucco che, come fondatore dell'associazione Arci ‘Il Muretto’, ha saputo fare della ricreatività uno strumento per operare in maniera virtuosa sul difficile tessuto sociale del quartiere Vallette di Torino. Nel pomeriggio, grazie alla collaborazione con la compagnia teatrale ‘Interezza’, i partecipanti hanno potuto cimentarsi in un laboratorio teatrale a partire dagli stimoli emersi durante la prima giornata di lavoro.

Ben più fitta è stata invece la giornata dedicata alla Cultura in cui, a partire dalle esperienze di tre circoli situati in territori culturalmente e politicamente 'ostili' (Cinema Vekkio e Ratatoj in provincia di Cuneo e Casa del Popolo ad Asti), si è parlato delle modalità con le quali essi affrontano, promuovono e diffondono tematiche culturali ‘alternative’. Ha fatto da cornice la musica indipendente come percorso culturale e polo di protagonismo giovanile creativo e aggregativo.
La giornata è stata divisa in due: la mattinata è cominciata con la testimonianza di Sandro Giorello (caporedattore del web magazine Rockit) che ha raccontato i suoi 'esordi' da programmatore musicale al Cinema Vekkio; di seguito si è svolto il laboratorio sul tema delle webradio.
Al pomeriggio la testimonianza di Tommaso Cerasuolo e Gigi Giancursi del gruppo musicale Perturbazione ha fornito gli elementi per il lavoro a gruppi che ha 'prodotto' l'intervista finale ai musicisti. In chiusura i Perturbazione ci hanno regalato un emozionante showcase.

Essere italiani è stato, infine, il tema-guida della giornata dedicata alla 'I'. Il Lavoro è stato incentrato sul confronto e sulla riflessione in gruppi di lavoro a partire dagli interventi di Don Luigi Ciotti e Mina Welby, quali stimoli di discussione rispettivamente sui temi della legalità e della laicità.
La scelta di queste tematiche è stata necessariamente supportata dall'utilizzo di una specifica metodologia finalizzata a favorire una efficace e stimolante discussione in gruppo. Il tempo e lo spazio sono stati scanditi tra il lavoro in plenaria, durante il quale i ragazzi hanno potuto ascoltare le testimonianze degli ospiti, ed il lavoro in sottogruppi, che aveva l'obiettivo di permettere a tutti i ragazzi di esprimersi.
Lo strumento di lavoro comune è stato una griglia di riflessione che declinava i temi della giornata su tre livelli: Me (cosa ne traggo per me, livello individuale), Noi (quali proposte per il 'fare insieme' nell'associazione) e Tutti (proposte per il Paese); in aggiunta i ragazzi dovevano cimentarsi in 140 caratteri (un 'tweet') con un suggestione o un pensiero o una citazione. La plenaria conclusiva ha fatto emergere le molte sfaccettature della ricca discussione.

Il campo è stato concluso da un bello scambio fra i ragazzi, che hanno portato i punti salienti emersi durante le giornate di lavoro, il presidente nazionale Arci Paolo Beni e il coordinatore del GDL Giovani Franco Uda.

 

(Arcireport n.29 dell'11 settembre 2012)