"Nonostante tutto" uno spettacolo teatrale sull'Argentina del regime di Videla al No.à

"Nonostante tutto" uno spettacolo teatrale sull'Argentina del regime di Videla al No.à

Creato: Mon, 03/03/2014 - 15:35
di: Torino
Quando:
Sun, 23/03/2014 - 16:30
"Nonostante tutto" uno spettacolo teatrale sull'Argentina del regime di Videla al No.à
"Nonostante tutto" uno spettacolo teatrale sull'Argentina del regime di Videla al No.à

Il 23 marzo, per non dimenticare ciò che accadde in Argentina il 24 marzo 1976 quando la giunta militare, composta dai capi delle tre Armi, prese il potere con il colpo di stato che portò Videla al governo del paese fino al 1981. 

NONOSTANTE TUTTO
Da un’idea di Enrica Chiurazzi e Claudia de Candia
Scritto da Giulia Donelli. Con Enrica Chiurazzi e Claudia de Candia
Disegno luci di Elena Guitti
Scenografie di Alessandro e Raffaele Bernava
Organizzazione Federica Cipolla
Produzione Indipendente in collaborazione con Il Faro Teatrale e Compagnia Ồyes
Menzione speciale al Premio Giovani Realtà del Teatro 2013

NONOSTANTE TUTTO è uno spettacolo teatrale che racconta le vicende di Cachita e della Negra, due donne che condividono l’esperienza di prigioniere politiche nel carcere argentino di Villa Devoto a Buenos Aires tra il '74 e l'77. 

L’idea del progetto nasce dalla lettura del libro MEMORIA DEL BUIO – opera collettiva di 112 prigioniere politiche argentine (1974-1983), a cura di Italo Moretti. Si tratta di una raccolta di testimonianze di donne che hanno subito l’ingiustizia della dittatura argentina di Videla e del momento preparatorio alla sua salita e al golpe del 1976. 

Attraverso i ricordi, le lettere ai famigliari, le trascrizioni dei propri diari e i fatti storici che avvenivano fuori dalle mura delle carceri argentine, le sopravvissute al regime hanno ricostruito nero su bianco il proprio drammatico vissuto così come le proprie vite dopo la liberazione, avvenuta per ognuna in momenti diversi. 

NONOSTANTE TUTTO è un libero adattamento con un’autonomia creativa sia a livello autorale che attoriale. Data la conoscenza tra le
interpreti e l’autrice, che hanno già lavorato insieme in altre occasioni, si potrebbe parlare quasi di scrittura scenica, ma poiché non sono stati esattamente questi i tempi, sarebbe il caso di parlare di una regia di scena e comune. 

La drammaturgia ha, infatti, cercato di dischiudere la profondità e la verità dei sentimenti che traspare dalle pagine del libro infondendola, poi, in due corpi vivi e in carne ed ossa a cui dare l’anima. Al tempo stesso, lo spettacolo rimane storicamente fedele ai fatti accaduti, alle atmosfere e al linguaggio utilizzato dalle vere protagoniste di quelle vicende. La regia e le scenografie sono utilizzate in modo altrettanto realistico, nonostante l’uso simbolico dell’elemento sonoro abbia il valore di orologio narrativo e di ingresso in spazi sempre diversi. Il canto dal vivo così come il suono della struttura in legno a terra che si scompone e diventa i diversi ambienti del carcere e che, quando necessario, riproduce i rumori delle guardie all’esterno che legano le prigioniere con i fatti esterni alle celle, sono un ulteriore risultato delle suggestioni avute dalla lettura di MEMORIA DEL BUIO.

Ingresso riservato ai soci Arci. Contributo libero.