Le difficili vicende di adolescenti, figli della grande migrazione interna, cresciuti nelle isolate periferie di edilizia popolare di Torino.
Le strade della città che negli anni hanno acquisito una "cattiva fama" e che nella memoria collettiva sono state associate alla delinquenza minorile, alla droga, al degrado: via Artom, Borgo Cina, Barriera.
Terre straniere in città, si potrebbe dire, abitate da 'tamarri', il nomignolo dispregiativo con cui vengono chiamati i ragazzi che abitano le periferie delle metropoli.
"Le vie sbagliate" che non dialogano con la città perbene, operosa, industriale, in corsa per la modernità.
I fatti narrati sono accaduti principalmente negli anni Settanta, ma capire quello che è successo ai figli dei nostri immigrati interni di ieri ci fornisce nuove chiavi di lettura per interpretare fenomeni attuali.
Soprattutto può aiutare a contrastare questa strana idea, che affiora di tanto in tanto nel dibattito pubblico: che alcuni giovani stranieri si "comportano male" a causa del loro retroterra culturale.