"Existence Is My Resistance". La storia di Hashem al Caffè Basaglia

"Existence Is My Resistance". La storia di Hashem al Caffè Basaglia

Creato: Mon, 10/03/2014 - 15:50
di: Torino
Quando:
Tue, 18/03/2014 - 20:00
"Existence Is My Resistance". La storia di Hashem al Caffè Basaglia

Incontro e dibattito per raccogliere materiale utile all'associazione Al Khalil, che opera in Palestina.

"Per entrare nella zona 2 di Hebron, sotto occupazione militare israeliana, è necessario passare dal checkpoint numero 56 dove i soldati israeliani controllano borse, ID card, passaporti, tutto. Hashem vive lì, nel quartiere di Tel Rumeida. E sopra casa sua si è insediata una colonia di ebrei, che hanno occupato le case e i terreni dei palestinesi che sono stati costretti a fuggire.
A Tel Rumeida non c'è nulla. Nessun negozio. Nessun ospedale.Nessun mezzo pubblico. Nessuna macchina. Solo la paura.
Dei soldati, che ogni momento possono irrompere in casa con le armi spianate.Della violenza dei coloni, pronti a togliere la seppur minima dignità rimasta.Degli spari contro i bambini che lanciano pietre, che senti, per la prima volta, per tutto il giorno."

Tutto questo ti arriva attraverso lo sguardo e le parole di Hashem, percorrendo quei miseri metri che i suoi arresti domiciliari a tempo indefinito "for security reason" ti concedono di fare.

Hashem non chiede nulla, Hashem racconta.
E tu ti senti inutile, come inutili sembrano le tue parole.
La Palestina però ti insegna che esistere è resistere.

Per questo motivo Hashem e gli abitanti di Tel Rumeida hanno costituito l'associazione Al Khalil, che cerca di fornire assistenza medica, sostegno psicologico per i traumi subiti, asilo per i più piccoli, corsi di lingua.
Sognano un giorno una biblioteca, dei computer per comunicare con il mondo, delle macchine fotografiche e delle telecamere per fermare gli istanti di odio che ogni giorno sono costretti a subire.

Noi, insieme, possiamo aiutarli: con la donazione di un libro (apprezzati manuali per apprendimento delle lingue, libri in lingua inglese o grandi classici), una macchina fotografica digitale, un telefonino, una telecamera, un computer, che magari non si usano più o facendo un'offerta libera per poter acquistare questo tipo di attrezzature e inviarle in loco (impossibile inviare denaro e medicine, che non sarebbero mai fatti arrivare a destinazione).
Un contributo concreto, affinchè l'occupazione non sia anche culturale, oltre che militare e per comunicare a questa altra parte di mondo quello che accade in un luogo che sembra ormai dimenticato.

Ingresso riservato ai soci Arci