L’Opera di Alex Lo Vetro.
L’Arte non è solo la più nobile matrice della Forma, è anche l’alchimia della Sostanza.
Il suo linguaggio è il Simbolo, che dietro le quinte della coscienza innesca una trasformazione nell’elaborazione delle informazioni: dagli occhi al cuore, dal cuore al cervello.
Il cuore della Psiche è il Sé, la sua dimora è l’inconscio, e la sua è una lingua simbolica.
Le Opere sono espressioni terrene della Libertà dello Spirito, figlie del flusso creativo che freme sotto pelle, ed emerge prorompente come Genio, pronto a mostrare l’autenticità e l’unicità delle sue figurazioni: ogni Opera è unica ed irripetibile, come ogni individuo, in seno a Madre Natura, è un’eccezione senza repliche.
Ciò a cui quest’Arte parla è in grado di spostare in profondità il punto prospettico su cui ruota la coscienza, e l’azione dei suoi archetipi trasfigura l’osservatore, come uno specchio che riflette l’interno, e non la superficie.
Il risveglio che si avverte sottotraccia calca un impervio sentiero, che inizia ma non si conclude: c’è movimento nell’essere, ma in questo caso l’osservatore può scegliere liberamente la direzione.
E’ inusuale che l’Opera d’Arte, anziché cristallizzare un momento fugace nell’Eternità, riverisca l’Eternità di Santi e Profeti, mediante formule archetipiche che riecheggiano dagli abissi dell’inconscio collettivo.
Dalle atmosfere magiche di Giordano Bruno ed Elifas Levi, al poderoso accostamento tra la Vergine ed il Sigillo di Babalon, archetipo della Prostituta sacra, fino ad arrivare ai due Giovanni, Battista ed Evangelista, emblematici dei due Solstizi d’Estate e d’Inverno, in un legame tra la dimensione del Sacro e quella della Natura.
La Morte incrocia l’Amore, gli Inferi si saldano ai Cieli, in un afflato teso al divenire assoluto, per gli occhi di coloro che hanno per Dio il Cambiamento e l’Esistenza.
La scelta di soggetti che vibrino nel Mito o nella Storia dello Spirito, è un orientamento verso l’Infinito, un’apertura sulla vastità poliedrica e multiforme dell’interpretabile.
L’esperienza interna diviene esperienza eterna, così nell’Arte come nella Mistica.
Creare, come può fare un Dio; santificare la creatività, come può fare un Angelo.
E ogni Angelo è un Messaggero. L’artista è un “varco”, che filtra attraverso le strettoie della sua soggettività uno Spirito universale e archetipale.
Così in “Dante” l’autore rivisita la figura di un profeta dell’Arte poetica con l’alchemica formula del V.I.T.R.I.O.L. (“Visita l’interno della Terra, rettificando, e troverai la Pietra occulta”), un solvente che richiama la natura della tecnica artistica, ma al contempo ripercorre il viaggio agli inferi (l’inconscio), guidati dal Virgilio interiore, un Angelo Custode che riflette un Se stesso perfezionato, ideale.
Il passato ed il futuro si fondono in un eterno presente che include ogni istante, Simboli e Sigilli che emergono dal fondo della Storia, e tecniche di realizzazione innovative, quasi venissero dal futuro. Tradizione e Sperimentazione: ciò che si era in origine è esattamente ciò che si vuole essere domani e per sempre.
Il ricorso ai solventi evoca la dissoluzione dei contorni, incapaci a mantenersi netti, e la loro evanescenza li rende irresistibili. Abbozzati, sfumati, accennati, l’indefinito è il loro stesso fascino.
L’immaginazione colma le lacune, in un’azione di recupero della dimensione simbolica, che lascia sgomento il cielo dell’intelletto, ma smuove le viscere del territorio inconscio.
La Forma, che solitamente cerca di resistere all’azione solvente del Tempo, qui è una continua metamorfosi, in un istinto di superamento dei propri confini… Forma che si libera della sua stessa Forma, che rinuncia alla sua essenza (la superficie) per immergersi nella profondità, come una funzione che ha già svolto il proprio ruolo e si prepara a svanire, a trapassare nel regno dell’ombra.
La Forma non è, in questo caso, ricerca della Bellezza, ma evocazione, comunicazione, linguaggio.
Il Verbo è il Logos, emblema dello Spirito che apre la creazione, quindi l’Opera è il Logos del Sé.
L’Artista diventa un Profeta delle immagini, che dipinge il Logos anziché riportarne la voce, rendendo visibile e presente l’immortale e l’universale.
Claudio Marucchi.
Scrittore e Filosofo Studioso di tradizioni esoteriche; si interessa di Ermetismo, Sistemi Mistici orientali e occidentali. aureato in Filosofie Orientali presso la Facoltà di Filosofia di Torino.
orario visite: dal martedì al sabato ore 19.00 - 01.00
In allegato il comunicato stampa.
Circolo Culturale AMANTES
Nel centro di Torino, dal 1996 cuore pulsante delle avanguardie creative, Amantes ospita e promuove eventi nel campo della videoarte e dei nuovi media, segue la scena cinematografica indipendente (e militante), supporta e produce artisti emergenti in campo fotografico, è laboratorio per le crew dj/vjing torinesi e per il mondo graffiti e street art. La sede si trova a Torino in via Principe Amedeo 38/a, a due passi dal Museo del Cinema; ingresso libero in galleria, accesso al circolo con tessera ARCI. In rete su www.arteca.org.
Ingresso libero riservato ai soci ARCI.