Un Tavolo tra governo e organizzazioni sociali per garantire ai migranti un’accoglienza rispettosa dei diritti umani

Un Tavolo tra governo e organizzazioni sociali per garantire ai migranti un’accoglienza rispettosa dei diritti umani

Trascorso l’inverno, Lampedusa torna a essere meta di sbarco per i tanti che sono costretti ad allontanarsi da Paesi dove domina ancora instabilità e insicurezza, o vere e proprie guerre civili. Non era difficile prevederlo, ma ancora una volta l’Italia arriva impreparata all’appuntamento.

L’accoglienza per chi arriva appare addirittura più difficile degli anni passati.
Il centro di contrada Imbriacola, dopo l’incendio, è infatti ancora chiuso. E’ necessario che venga messo in condizione di essere riaperto al più presto. Nel frattempo va rimessa in funzione per la prima ospitalità l’ex base Loran, utilizzata nel recente passato per l’accoglienza dei minori stranieri.

Tutte le strutture – in particolare quella di contrada Imbriacola – vanno utilizzate per gli scopi che gli sono propri: prima accoglienza e soccorso, con una netta cesura rispetto al passato, quando invece erano diventate veri e propri centri di detenzione (e per questo Arci e Asgi hanno presentato un esposto alla Procura di Agrigento in cui si paventa anche il reato di sequestro di persona).

Entro le 48 ore previste dalla legge, vanno attivati i trasferimenti, consolidando e allargando la rete territoriale d’accoglienza, sia quella che fa capo alla Protezione civile, sia quella del sistema Sprar, entrambe insufficienti a coprire la richiesta di posti. La rete d’accoglienza va ricondotta presto a un sistema unico con standard adeguati, prestando attenzione a che non si determinino le situazioni passate, con i migranti collocati in strutture improprie e del tutto inadeguate, prive di servizi e di personale qualificato.

Va inoltre garantito alle organizzazioni sociali che lavorano coi migranti di intervenire sia al momento dello sbarco, sia all’interno dei centri, per fornire assistenza e informazioni.

Non sarebbe infatti tollerabile il ripetersi della situazione vissuta negli anni del governo Berlusconi, quando, in nome dell’emergenza (non determinata dal numero degli arrivi ma dalla strutturale inadeguatezza del sistema di accoglienza) la soluzione scelta era quella calpestare i diritti dei migranti, costretti a condizioni disumane e degradanti.

Grazie alla sentenza della Corte Europea non sono per fortuna più possibili i respingimenti in mare, ma questo non basta per avere garanzie sull’accoglienza.
E’ necessario che il governo attivi subito un Tavolo con le organizzazioni che si occupano di migranti, per elaborare un piano di intervento atto a garantire una gestione democratica e dignitosa dell’accoglienza e dei trasferimenti. Ce ne sono le condizioni, purchè si intervenga con tempestività, nel rispetto dei diritti umani e con una gestione trasparente.

Articolo di www.arci.it