Prosegue il ciclo di incontri "femminiLetture" dell'Associazione Altera, in collaborazione con il collettivo di genere AlterEva, per portare in università i temi del femminismo e degli studi di genere. Martedì 29 maggio, alle ore 18.00, presso lo spazio studenti Acquario a Palazzo Nuovo (I piano, fronte aula33), si discute del corpo come tecnologia sociale: vivi, morti o appena nati, integri o mutilati, sani o malati, i corpi hanno sempre senso per il sociale poiché il corpo è un fatto sociale, esprime integrazione o ribellione, cambiamento, bisogni identità. Il corpo può mettere in discussione o confermare l'ordine sociale.
Il corpo è un campo di battaglia, modellato dagli scontri fra gruppi con valori differenti e diversi interessi politici ed economici. Tra libertà individuale e coercizione collettiva, tra pretesa naturalità e socializzazione, cosa significa riappropriarsi dei propri significati ed inventarne
di nuovi attraverso l'uso del corpo? e cosa ci dice il potere, su di noi e sulla nostra società, attraverso i divieti all'uso del corpo?
Ne discutiamo con Stefania Doglioli, sociologa, ricercatrice falsamente indipendente poiché costretta dalle scarse risorse economiche di questi tempi ad un’attività meno ricca di quanto vorrebbe. Ragiona da circa vent’anni sul genere e sulle sue conseguenze. Sentendo il bisogno di parlarne in modo libero e sufficientemente ribelle in un'epoca in un cui anche uno starnuto sembra fare troppo rumore, fa parte fin dalla sua costituzione della redazione di XXD.