LILIANA SEGRE
ACCOLTA COME CONCITTADINA DALLA SOCIETA' CIVILE BIELLESE
Non è stato semplice per Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, iniziare a raccontare e portare la propria
testimonianza nel Paese. Per decenni chi ha vissuto quel dramma ha dovuto tacere, nascondendo in fondo all'anima e
nel più assoluto silenzio l'atrocità di quella deportazione.
Milanese di origine ed ebraica di religione, perse la madre in giovane età e con il padre visse in modo terribile il
dramma delle leggi razziali. Insieme, alla fine del 1943 cercarono di fuggire in Svizzera ma vennero respinti dalle
autorità elvetiche ed il giorno dopo arrestati in provincia di Varese. Dopo poche settimane furono deportati nel campo di
concentramento di Auschwitz-Birkenau e, al loro arrivo, immediatamente separati. Non si rividero più ed il padre morì
dopo pochi mesi. Poco dopo, in Italia, vennero arrestati anche i nonni paterni, deportati ad Auschwitz ed uccisi al loro
arrivo.
A Liliana, appena tredicenne, venne tatuato sul braccio il numero di matricola 75190 e costretta ai lavori forzati in una
fabbrica di munizioni. I nazisti, incalzati dagli avvenimenti bellici, dovettero evacuare il campo di Auschwitz, situato in
territorio polacco e, sotto la minaccia delle armi, costrinsero tutti i deportati ad affrontare la marcia della morte verso la
Germania. Sopravvissuta anche a quest'ultima terribile prova Liliana Segre venne liberata il primo maggio 1945 dalle
Forze armate statunitensi.
Rientrata in Italia, accolta da lontani parenti, per numerosi anni fu obbligata a tacere, senza potere raccontare il
dramma vissuto. «Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina
reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi
tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva
dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimenti e spensieratezza".
Solo dopo quasi cinquantanni Liliana riesce a trovare la forza per incominciare a raccontare il dramma che aveva
vissuto. Per lei inizia un percorso di memoria che la condurrà per il Paese a portare la propria testimonianza riuscendo
a fare in modo che non sia solo un ricordo del passato ma si trasformi in una spinta capace di stimolare, soprattutto i
giovani, ad operare per una giusta causa di tolleranza e convivenza anche nel presente.
Il 19 gennaio 2018, anno in cui cadeva l'80º anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella nominò Liliana Segre senatrice a vita "per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo
sociale".
Il suo messaggio ci riconduce ad un'altra testimone Elisa Springer, venuta a Biella molti anni fa la quale ricordava a
tutti che "...la nostra voce deve servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione le
rinnovate stragi di innocenti. Il nostro impegno è un dovere verso i milioni di ebrei passati per il camino, gli zingari, figli
di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e
immolati al vento dell'assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell'universo che il male del mondo ha voluto
spegnere... i giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, può paurosamente
ripetersi".
Riteniamo fondamentale salvaguardare il messaggio di Liliana Segre, sopravvissuta con coraggio alle terribili prove di
sopraffazione dell'uomo sull'uomo subite nel campo di concentramento e che ha saputo trovare il coraggio di
raccontare e fare memoria.
E' il tempo di scegliere e di schierarsi, difendendo la nostra democrazia, ricordando le parole di Liliana quando afferma
"Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos’è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano,
nell'indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi."
E' fondamentale quindi accogliere e proteggere gli ultimi testimoni viventi delle violenze di questa tragedia vissuta dall'Europa nella prima metà del secolo scorso.
Sono preziosi testimoni che, nonostante i dolori e le sofferenze subite, per il solo fatto di fare memoria, condannano
ogni forma di odio e totalitarismo, consapevoli, come Liliana stessa sottolinea che "l'indifferenza è più colpevole della
violenza stessa. È l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del
Liliana Segre è la testimonianza vivente delle sofferenze di un intero popolo, sterminato per il solo fatto di esistere. La
sua voce ci ricorda costantemente a quali valori, irrinunciabili ed universali, dobbiamo riferirci e costruire la nostra vita
: condanna di ogni forma di sopraffazione e di violenza, rifiuto di ogni tipo di discriminazione, consapevolezza delle
sofferenze del mondo e desiderio di abbattere tutte le barriere che ostacolino l' affermazione e la vita dei popoli
, solidarietà ed aiuto reciproco.
E questi valori non appartengono ad un territorio, ma a tutta l'umanità. A Biella, Medaglia d'Oro della Resistenza contro
il nazi-fascismo, dovrebbero essere costantemente difesi e fortemente riaffermati.
Per questi motivi le esperienze della "Società Civile Biellese" fanno proprie le parole della Senatrice Liliana
Segre "La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi
vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A me hanno insegnato che chi
salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società." e propongono
che in vista del prossimo 27 gennaio 2020, "Giorno della Memoria in ricordo delle vittime dell'olocausto", si
attivi sul territorio un percorso di riflessione sui fondamenti della nostra democrazia sanciti dalla Costituzione,
frutto dell'incontro di diverse culture politiche unite dal desiderio di superare gli orrori che hanno segnato la
prima metà del '900.
In quella occasione la Senatrice Liliana Segre verrà simbolicamente accolta come "concittadina" dalla
"Società Civile Biellese".
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Biella 23 novembre 2019 |
Sottoscritto da: |
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1 |
- ACLI |
14 |
- AUSER BIELLA |
2 |
- ANPI BIELLA COMITATO |
15 |
- AZIONE CATTOLICA |
PROVINCIALE |
16 |
- CUAMM GRUPPO PIEMONTE |
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3 |
- ARCI |
17 |
- EMERGENCY BIELLA |
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4 |
- ASS. CRESCO |
18 |
- GRUPPO ACQUISTO |
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5 |
- ASS. DONNE NUOVE |
SOLIDALE BIELLA |
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6 |
- ASS. INCONTROMANO |
19 |
- GRUPPO VOLONTARI |
7 |
- ASS. MANI TESE PRATRIVERO |
VINCENZIANI |
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8 |
- ASS. MIGR'ACTION |
20 |
- LIBERA BIELLA |
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9 |
- ASS. MONDI SENZA |
21 |
- PIAZZA D’UOMO |
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FRONTIERE |
22 |
- SINDACATO CGIL |
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10 - ASS. NO MAFIE BIELLA |
23 |
- SINDACATO CISL |
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11 - ASS. NON SEI SOLA |
24 |
- SINDACATO UIL |
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12 - ASS. SCUOLA APERTA |
25 |
- SOCI FONDATORI |
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13 - ASS. VOCI DI DONNE |
PACEFUTURO |
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2 |
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