Negli ultimi 40 anni l’Italia ha visto nascere e consolidarsi il servizio civile, prima rivolto agli obiettori di coscienza e, dal 2001, svolto da ragazze e ragazzi su base volontaria. Circa un 1.300.000 persone lo hanno realizzato, nonostante le difficoltà incontrate (finanziamento pubblico incerto e in calo, diversità di visioni tra Stato e Regioni, diversità di investimenti da parte degli enti). Molte di più avrebbero voluto parteciparvi.
Leggi e sottoscrivi il manifesto che vuole portare nel dibattito elettorale il fondamentale tema della laicità nel nostro Paese
MANIFESTO
PER UNA LAICITA’ FORTE CAPACE DI RIGENERARE IL PAESE
Agenda sui diritti LGBT per l'Italia
Era il 1994 quando il parlamento europeo invitava a riconoscere la parità dei diritti alle cittadine e ai cittadini omosessuali, intendendo, tra le altre cose, il matrimonio o un istituto giuridico equivalente e il diritto degli omosessuali di essere genitori ovvero di adottare o avere in affidamento dei bambini.
Mentre il resto dell'Unione ha intrapreso la strada dei diritti, in Italia la politica, i parlamenti e i governi che si sono succeduti, sono rimasti colpevolmente immobili.
Una delegazione dell'Arci Nazionale si è recata in Grecia nei primi giorni di dicembre, su invito di "Solidarity for all", per visitare le esperienze di auto-organizzazione e di mutuo soccorso che stanno nascendo come reazione alla immane devastazione sociale prodotta dalle politiche di austerità.
Della delegazione hanno fatto parte il presidente nazionale Paolo Beni, Marco Andrei e Jacopo Forconi dell'Arci di Firenze, Chiara Fiocchi dell'Arci di Milano, Raffaella Bolini della presidenza nazionale.
Con la mafia si lavora e con lo Stato no? Sembra impossibile ma questo interrogativo è stato posto talvolta, magari provocatoriamente, quando attività economiche e produttive, simbolo del potere delle mafie, una volta sequestrate dallo Stato, siano rimaste chiuse lasciando senza lavoro e senza reddito i lavoratori coinvolti. Le carenze dell'attuale legislazione e l'assenza del ruolo del governo non consentono infatti che esse diventino modelli di legalità economica capaci di garantire sicurezza sociale.
COMUNICATO STAMPA - ARCI NAZIONALE
“Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno non si toccano. Sono i valori su cui si fonda la Repubblica”. Questo in sintesi la posizione della segreteria nazionale dell'Anpi che ieri ha diffuso una nota di protesta circa l'ipotesi del governo di sopprimere o accorpare alcune feste nazionali per aumentare la produttività. Nella “scure” incapperebbero anche le tre festività ben note per essere state già oggetto di tentativi analoghi (25 aprile, 1° maggio, 2 giugno).
Acqua potabile e servizi igienico-sanitari:
un diritto umano universale!
L’acqua è un bene comune, non una merce!