Loulou, Le Frondeur proiezione del film documentario

Loulou, Le Frondeur proiezione del film documentario

Creato: Thu, 04/04/2019 - 11:30
Quando:
Wed, 10/04/2019 - 21:00
Loulou, Le Frondeur proiezione del film documentario

Mercoledì 10 aprile alle ore 21 presso il Circolo ARCI Cinema Vekkio, inserito nel programma di appuntamenti "Percorsi Resistenti" per celebrare il 25 aprile 2019, la proiezione del film - documentario LOULOU, LE FRONDEUR del regista Remo Schellino con la collaborazione di Alessandra Abbona.
Dopo la proiezione ci sarà il dibattito insieme al regista Remo Schellino.

Percorsi Resistenti a cura di:
Circolo Arci Cinema Vekkio – Comitato Arci Asti, Langhe e Roero – Laboratorio Sociale Chabas – Mononoke - Officine di Resistenza – Pap Alba

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Il nuovo lavoro del regista Remo Schellino, con la collaborazione di Alessandra Abbona, ripercorre la storia finora ignota delle origini e della vita francese del maquis di Lione, ricollegandosi alla serie di testimonianze di chi lo aveva conosciuto in Langa
Realizzato con il contributo della Fondazione CRC, dell'ANPI Provinciale e della sezione ANPI Alba-Bra, del Comune di Dogliani, "Loulou, le frondeur" - un film di Remo Schellino e Alessandra Abbona - prende lo spunto da un primo lavoro dedicato al resistente francese, "Louis Chabas detto Lulù - Una Resistenza leggendaria", di Erika Peirano e Remo Schellino del 2009 e si propone di completarne la storia, già corroborata dalle numerose testimonianze di chi l’ha conosciuto, svelando anche il "lato francese" di Loulou, attraverso il racconto e le ricerche della cugina Danièle Luiset.
Nell'estate 2017 il regista Remo Schellino, riceve una e-mail dalla Francia.
Chi gli scrive è Danièle Luiset, l'ultima parente prossima di Louis Chabas, partigiano francese ucciso drammaticamente a Bene Vagienna il 9 febbraio 1945, figura divenuta leggendaria della Resistenza nelle Langhe.
Una fotografia in tenuta da partigiano, scattata a Dogliani, e conservata come una reliquia fino alla sua morte avvenuta a 101 anni nel 2013, da Solange Blanchon, madre di Danièle e cugina di Loulou, è il fattore scatenante di questo viaggio alla ricerca del tassello mancante della storia di Louis Chabas.
Danièle ha sempre sentito parlare di Loulou durante la sua infanzia dalla mamma Solange, originaria della regione alpina di Briançon. I Blanchon e gli Chabas si sono trasferiti a Lione nei primi decenni del Novecento per cercare migliori opportunità lavorative, stabilendosi a Villeurbanne, città operaia della banlieu.
Loulou vive con i genitori, ma purtroppo questi si separano presto e il ragazzino, insofferente a quella che è la nuova compagna del padre, si trasferisce a casa degli amati cugini, Solange e Joseph. Solange, 12 anni maggiore di Loulou, ne diventa la sorella, quasi una madre.
Il resto è storia nota, almeno, nelle Langhe: Loulou, chiamato Lulù, è il maquisard catturato dai fascisti nel Vercors, poi trasferito nel carcere di Fossano con altri compatrioti, quindi evaso e riparato nelle Langhe, dove i francesi si uniscono alle già esistenti brigate Garibaldi, dando vita anche alla brigata internazionale Islafran.
Ma Loulou no. Lui è troppo indipendente, e sotto comandi politici e strutture gerarchiche rigide non sta. Prende una moto, raggruppa alcuni compagni di avventura e lotta: ed ecco la volante Lulù.
Azioni rocambolesche, travestimenti, agguati, nascondigli, giovani donne che lo adorano: il piccolo banlieusard della regione lionese nelle Langhe diventa un leone. Di più: un mito, una leggenda che vive per oltre 70 anni.
Tutto questo però la cugina Solange, che lo ricorda con commozione fino alla sua scomparsa, purtroppo non lo sa e non lo saprà mai.
Danièle, la sua unica figlia, rimettendo in ordine la casa della madre, riprende in mano la foto di Loulou: in piedi, con una tenuta che è un patchwork di capi messi insieme nelle sue scorribande a caccia di tedeschi. Un guerriero fiero, dagli occhi neri e intensi, che la chiama.
Danièle ricorda allora le visite, da bambina, a casa dello zio Delphin, il padre di Loulou: un uomo piegato dal dolore della perdita tragica del suo unico figlio, con cui non aveva fatto in tempo a riconciliarsi.
Danièle e la mamma Solange non parlano mai con lui di questo figlio scomparso, per paura di ferirlo ancora, o di riaprire angosce mai sopite.
Nei cassetti di Solange, Danièle ritrova tutte le foto di Loulou, da bambino, con l'aria seria, e poi da ragazzo in bici per le strade di Villeurbanne, infine - riportate a casa dallo zio Delphin negli anni 60, insieme alla salma che andrà a recuperare per poi far tumulare nella sua città - quelle di Loulou partigiano nelle Langhe.
La curiosità si accende in Danièle, che con passione inizia la sua ricerca.
Su internet scopre molte informazioni, in particolare il film di Remo Schellino ed Erika Peirano, "Louis Chabas detto Lulù - Una Resistenza leggendaria" del 2009.
Il resto della storia è un viaggio: il viaggio di Danièle da Lione alle Langhe, sulle tracce, che si rivelano molte e ancora vibranti, della vita - e della morte - italiana di Loulou.
Il tassello del puzzle è completo ora: la memoria di Loulou è presente, e soffia tra queste colline dove Danièle ha ritrovato una componente importante della sua famiglia e della sua storia.