- comunicato stampa di ARCI nazionale -
Di una delle città più antiche del mondo, della cosiddetta Capitale del Nord della Siria - che contava poco meno di 2 milioni di abitanti - dichiarata dall'Unesco “Patrimonio dell'umanità” e fregiata successivamente del titolo di “Capitale culturale del mondo islamico”, oggi non rimangono che macerie nelle quali trovano rifugio orfani, vedove e civili impauriti.
Le grandi potenze coinvolte nel conflitto in Siria continuano a difendere il proprio operato e le proprie alleanze e fedeltà storiche, la comunità internazionale prosegue nel suo colpevole mutismo aspettando non-si-sa-cosa.
Chiediamo
- che le Nazioni Unite diano un segnale di presenza istituendo dei corridoi umanitari che consentano l'evacuazione in sicurezza dei sopravvissuti,
- che l'Europa recuperi un ruolo internazionale di primo piano e accolga i rifugiati provenienti dalla Siria,
- che il nostro Governo - il cui Premier ben conosce la situazione laggiù – faccia tutti gli sforzi nelle istituzioni internazionali per mitigare la tragedia umanitaria.
La Storia sembra non aver insegnato nulla ma la Storia comunque ci giudicherà.
Roma, 16 dicembre 2016