Grande successo per la Conferenza per la cittadinanza promossa dalla Campagna L’Italia sono anch’io

Grande successo per la Conferenza per la cittadinanza promossa dalla Campagna L’Italia sono anch’io

Si è tenuta mercoledì 6 giugno, alla presenza del Presidente della Camera Gianfranco Fini, la Conferenza nazionale per la Cittadinanza organizzata dalla Campagna L'Italia sono anch'io.

Sono intervenuti il sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci Graziano Delrio, il ministro Andrea Riccardi, il sottosegretario al ministero dell’Interno Saverio Ruperto, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, il presidente delle Acli Andrea Olivero, Nazzarena Zorzella del direttivo Asgi, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il portavoce della Rete G2 Mohamed Tailmoun. Ha coordinato il presidente dell’Arci Paolo Beni.

Dopo l’intervento del Presidente Fini, Lamiaa Zilaf, una dodicenne di origini marocchine, nata in Italia, ha letto una sua lettera, molto applaudita dalle circa 300 persone presenti nell'Aula, in cui ha spiegato cosa ha provato quando si è resa conto di essere considerata ‘straniera’ nel Paese che considera il suo.

La campagna per la cittadinanza L’Italia sono anch’io entra alla Camera dei Deputati. Dopo la consegna delle firme nel marzo scorso c’è la necessità di rendere visibile, nella sede dove si esercita la massima responsabilità politica di chi rappresenta i cittadini e le cittadine italiane, una istanza che arriva dal basso e che propone un investimento sul futuro di questo Paese indicando una possibile via d’uscita alternativa alla crisi.

Trasformare un problema in una opportunità dovrebbe essere compito della politica.
Soprattutto in una fase in cui non gode di grande popolarità e avrebbe un grande bisogno di idee capaci di indicare una prospettiva, di suscitare entusiasmo, rimettendo al centro l’interesse comune.

Oggi centinaia di migliaia di famiglie di origine straniera vivono una condizione di inferiorità, che riguarda sia i genitori che i loro figli. Stiamo parlando di oltre cinque milioni di persone, che subiscono una sistematica discriminazione nel rapporto con la pubblica amministrazione, al di là del comportamento e delle intenzioni dei singoli. È il risultato dell’uso strumentale del tema immigrazione che da più di vent’anni viene esercitato da una parte della nostra classe politica e da certa stampa sempre alla ricerca di facili capri espiatori.

Ma sul tema, purtroppo, si è registrato anche un atteggiamento ‘difensivo’, una certa debolezza del ‘fronte dei diritti’, accompagnato spesso da una qualche ambiguità nei messaggi e nelle proposte.

La campagna L’Italia sono anch’io si è posta l’obiettivo di contribuire al superamento degli ostacoli che hanno reso impossibile il pieno dispiegarsi del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione, in particolare nei confronti delle persone di origine straniera.

Come la rivoluzione borghese nel diciannovesimo secolo si costruiva sulla grande contraddizione tra le parole d’ordine libertà, solidarietà, uguaglianza e la tragedia della schiavitù, analogamente l’Europa di oggi è stata edificata sulla contraddizione fra l’abbattimento dei confini tra gli Stati con l’idea di uno spazio di libertà e promozione dei diritti e la creazione di barriere interne, di disuguaglianze, di vere e proprie discriminazioni, sancite per legge e socialmente accettate, tra gruppi di cittadini, tra lavoratori autoctoni e di origine straniera.

Guardare al futuro del Paese prendendosi cura della democrazia e della sua qualità attraverso la promozione della partecipazione, l’impegno nei territori dove si costruiscono le relazioni sociali e scoppiano i conflitti: questo è un obiettivo di lungo periodo per il quale vale la pena impegnarsi. Un obiettivo che può essere perseguito anche a partire dal tema della cittadinanza e dei diritti dei migranti, con una alleanza tra le organizzazioni sociali, le istituzioni della Repubblica che hanno mostrato sensibilità sull’argomento, la politica e il mondo della cultura.