Alla Diaz fu tortura. Quello che "il palazzo" ha cercato di evitare è comunque venuto a galla

Alla Diaz fu tortura. Quello che "il palazzo" ha cercato di evitare è comunque venuto a galla

Dichiarazione di Walter Massa, presidente Arci Liguria

Le sentenze del Tribunale di Genova, pur con difficoltà e limiti, hanno ripristinato la verità dei fatti e le responsabilità dei manifestanti – gli unici pesantemente e prontamente condannati - ma anche, e vorrei dire soprattutto, di chi avrebbe dovuto gestire l'ordine pubblico.

Oggi è il turno di un altro palazzo, quello di Strasburgo dove ha sede la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, da cui è arrivata una condanna inappellabile contro lo Stato italiano.
La quarta sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha infatti condannato all’unanimità l'Italia per aver violato l’articolo 3 della convenzione sui diritti dell’uomo: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Particolarmente significativo il passaggio della sentenza in cui si afferma che “La mancata identificazione degli autori materiali dei maltrattamenti dipende, secondo la Corte, "in parte dalla difficoltà oggettiva della procura a procedere a identificazioni certe, ma al tempo stesso dalla mancanza di cooperazione da parte della polizia".

Come abbiamo detto più volte, quella del G8 2001 è una ferita che forse mai potrà rimarginarsi, ma non per questo sottovalutiamo la portata e l'importanza della sentenza di Strasburgo che premia la tenacia di Arnaldo Cestaro, l'allora sessantunenne manifestante picchiato duramente dalla polizia a cui va quindi la nostra gratitudine. In questi anni abbiamo sempre chiesto verità e giustizia; continueremo a farlo.

(07/04/15 - arci.it)