Il Congresso nazionale ARCI accanto ai lavoratori Agrati e contro TAV e grandi opere

Il Congresso nazionale ARCI accanto ai lavoratori Agrati e contro TAV e grandi opere

Dalla critica alla legge elettorale all’impegno contro le grandi opere inutili, dalla richiesta all’Europa di una radicale svolta nelle politiche economiche alla solidarietà alla popolazione siriana vittima del conflitto: il Congresso dell’Arci approva 60 ordini del giorno che ne caratterizzano il profilo politico e associativo
 
In particolare - su proposta dei delegati dell'ARCI Valle Susa - la delegazione piemontese, insieme a delegati di puglia, lombardia e liguria, ha presentato due ordini del giorno, uno di solidarietà ai lavoratori licenziati della Agrati di Collegno, l'altro contro la nuova linea TAV Torino-Lyon e le grandi opere.
 
Il Congresso, nell'esprimere la propria solidarietà ai lavoratori licenziati, chiede che il Governo, unitamente alle Istituzioni locali, convinca la proprietà dello stabilimento Agrati di Collegno (ex Fivit Colombotto) a modificare una scelta in contrasto con gli investimenti recenti affrontati per rinnovare i macchinari dello stabilimento, e che colpisce un territorio, come l'area metropolitana torinese (la più povera del nord-Italia), già fortemente attraversato da processi di deindustrializzazione, perdita di posti di lavoro e nuove povertà, procedendo ad una redistribuzione delle produzioni nei vari stabilimenti, revocando i licenziamenti e la chiusura della sede di Collegno.
 
Con il secondo ordine del giorno il Congresso dell'ARCI ha confermato il proprio impegno a sostenere le campagne nazionali ed internazionali e le vertenze locali in difesa del territorio dallo scempio di grandi opere inutili, costose e dannose; e affinché, dalla Val di Susa a L'Aquila, da Savona a Messina, le comunità siano pienamente coinvolte nelle scelte che riguardano il futuro dei territori in cui vivono.
 
Oltre alla crisi economica il nostro Paese si trova ad affrontare una serie di tragici eventi legati al dissesto idrogeologico, e risulta ancora più lampante la contraddizione nel procedere con investimenti legati a grandi infrastrutture come la nuova linea TAV Torino-Lyon, in precedenza definite addirittura inutuli dall'attuale Presidente del Consiglio, trascurando invece le vere necessità dei cittadini.
 
Il Congresso nazionale dell'ARCI ha:
  • respinto con forza ogni opera di criminalizzazione del dissenso;
  • ribadito la necessita di porre un freno al consumo di suolo e alle grandi opere, destinando invece le opportune risorse alla messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici, alla ricorstruzione dei territori colpiti da calamità, alla sanità pubblica, all'istruzione pubblica, al welfare ed alla promozione culturale diffusa;
  • richiesto al Governo la sospensione dei lavori del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte, la smilitarizzazione dell'area, e l'avvio di un confronto pubblico e indipendente, con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, che coinvolga le amministrazioni e le comunità locali, nel merito delle grandezze fisiche e dei dati economici, finalizzato a valutare opportunità, praticabilità e costi dell’opera ed eventuali alternative.
In allegato il testo dei due ordini del giorno: Solidarietà ai lavoratori Agrati (pdf) e ARCI contro TAV e grandi opere (pdf)