Il Comitato Promotore degli Stati Generali della Conoscenza, formato da 30 associazioni sindacali, studentesche, professionali del mondo dei saperi e della conoscenza che collaborano da due anni, che hanno condiviso proposte di merito fondamentali per cambiare il Paese e creare lavoro e sviluppo, scrive alle forze politiche che si presentano alle elezioni perché convinto che senza Conoscenza ci sia solo il declino. Eppure, la conoscenza è stata finora totalmente ignorata nel dibattito elettorale.
È invece necessario partire proprio dai saperi per innovarsi e uscire dalla crisi, per liberare le migliori energie. Per questo sottopone ai partiti alcune problematiche concrete. Negli ultimi anni la scuola, l’università, la ricerca pubbliche hanno subito tagli inaccettabili. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: uno studente su cinque non si diploma, il numero degli iscritti nelle università diminuisce, i livelli richiesti dall’Europa secondo le indicazioni di Lisbona sono sempre più lontani, i nostri ricercatori lavorano all’estero.
I saperi hanno bisogno di qualità: non è più ammissibile la piaga del precariato; è necessario dare dignità a chi fa ricerca in Italia e permettere alle migliaia di cervelli fuggiti di poter tornare. In un mondo in continua evoluzione, quali proposte fanno i nostri futuri governanti in merito all’innovazione e allo sviluppo di nuovi metodi di insegnamento/apprendimento, alla promozione di percorsi formativi adeguati? La formazione riguarda tutti, non solo i più giovani. È necessario legare ai saperi un vero e proprio modello di welfare, che garantisca a tutti di completare e raggiungere i più alti livelli di istruzione; che permetta durante tutto l'arco della vita di continuare a formarsi ed aggiornarsi, interrompendo eventualmente i percorsi lavorativi per intraprenderne nuovi di studio; che dia la possibilità a milioni di cittadini italiani e non, senza alti livelli di scolarizzazione alle spalle, di sviluppare nuove competenze per far fronte alle complessità di una società e di un’economia in continuo e rapido divenire. Queste misure garantirebbero un forte sviluppo. Sentiamo spesso parlare di tasse, nel dibattito preelettorale, ma la prima tassa che non possiamo più permetterci è la ignorance tax! Se continua l’attuale disinvestimento nella conoscenza nei prossimi anni pagheremo una tassa pesantissima derivante dalla minore crescita economica e dai maggiori costi sociali.
Istruzione e formazione non sono spese, ma investimenti, la scuola costa ma l’ignoranza costa di più! Per questo ci aspettiamo di sentire, prima delle elezioni, proposte ragionate su questi temi. Vogliamo sapere chiaramente da dove verranno tratte nuove risorse per la scuola, l’università, la ricerca pubbliche e l’educazione degli adulti, a quali interventi verranno primariamente destinate.
La conoscenza è il vero motore che può far ripartire l'economia e garantire la coesione sociale. Chiediamo che in campagna elettorale si parli di risorse, di qualità e di welfare della conoscenza e si assumano seri impegni per interrompere l’attuale deriva.
Il nostro secondo Forum nazionale previsto per il prossimo mese di aprile, sarà un’importante occasione di approfondimento e di confronto sereno e costruttivo anche con le forze politiche che saranno presenti nel nuovo Parlamento. Sarà l’occasione per esporre le nostre proposte e dare il nostro contributo alle riforme strutturali che il mondo della conoscenza in Italia attende.
ArciReport, 12 febbraio 2013