Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci
Oggi il presidente del Consiglio Letta e il vicepresidente Alfano, il presidente della Commissione Europea Barroso e la commissaria europea per gli Affari Interni Malmstrom si sono recati in visita a Lampedusa. La delegazione è stata accolta al grido di “Vergogna” e duramente contestata. Gli abitanti dell’isola hanno interpretato la rabbia e la delusione di tutti coloro che da anni si battono per il rispetto dei diritti umani e per troppi anni non hanno trovato nessuna risposta concreta ai problemi sollevati.
Siamo tutti stanchi delle lacrime di coccodrillo di quanti, e tra questi la Commissione Europea, continuano a finanziare programmi che hanno incrementato i rischi per i migranti e gli affari di chi organizza i viaggi.
L'UE e i governi che si sono succeduti negli ultimi anni in Italia hanno scelto la strada degli accordi bilaterali con i governi del nord Africa per trasferire a loro le responsabilità, in cambio di aiuti economici e sostegno politico. Hanno finanziato iniziative per respingere e trattenere i migranti, compresi i richiedenti asilo, allo scopo di impedire i flussi verso l’Europa.
Sarebbe davvero paradossale se la morte di centinaia di innocenti che riponevano le loro speranze sull’accoglienza delle democrazie europee diventasse l’occasione per rafforzare i controlli e incrementare gli accordi contro gli immigrati, come hanno discusso ieri i Ministri degli Interni dell'UE riuniti a Lussemburgo.
Coloro che oggi attraversano il Mediterraneo sono soprattutto richiedenti asilo provenienti da zone di guerra. È necessario quindi, per non alimentare morte e ingiustizia, aprire canali di ingresso diretto per i profughi, consentire a chi si trova nei paesi del nord Africa di poter accedere in sicurezza alle nostre frontiere prevedendo un lasciapassare per navi ed aerei.
Da Alfano, Letta, Barroso e la Malmstrom vorremmo sapere a chi dovrebbero rivolgersi - dopo la strage di Lampedusa e le altre migliaia di morti alle nostre frontiere - le famiglie, i bambini, le persone in fuga da guerre e persecuzioni? E ancora: l’Europa è in grado di approntare con urgenza un programma di monitoraggio del Mediterraneo che consenta di intervenire tempestivamente per salvare le persone in pericolo di vita, evitando che si ripetano altre tragedie? La loro risposta è ancora quella degli accordi e dei controlli? Può l'Europa, una delle aree più ricche del mondo, continuare a scaricare su altri la responsabilità di dare protezione in maniera dignitosa a chi cerca asilo? Il governo italiano intende continuare ad accogliere i profughi - come ha fatto finora a Lampedusa, a Siracusa, a Catania - in strutture inadeguate, senza rispettare gli standard minimi di accoglienza e calpestando la loro dignità?
L'unico modo per dimostrare che le visite e le parole non sono inutile propaganda è adottare subito misure concrete che rispondano alle reali esigenze delle persone, nel rispetto delle leggi, della dignità umana e della nostra Costituzione.
È l’ora delle risposte. Speriamo arrivino in fretta.
Roma, 9 ottobre 2013