La protesta non si ferma: il 25 febbraio in marcia contro la militarizzazione della valle e le grandi opere

La protesta non si ferma: il 25 febbraio in marcia contro la militarizzazione della valle e le grandi opere

Chi sperava che il cambio al governo del Paese portasse un clima più disteso anche in Val di Susa per ora è rimasto deluso. Prosegue la militarizzazione della Maddalena di Chiomonte, ed ora arrivano anche gli arresti, condotti in un'operazione che ha avuto un'eco mediatica degna delle retate antimafia o antiterrorismo. Pur evitando ogni prematuro giudizio sul merito dei reati ascritti agli imputati, lasciano non poche perplessità l'emissione, nei giorni scorsi, di misure cautelari nei confronti di decine di partecipanti al presidio ed alla manifestazione del 3 luglio scorso a Chiomonte, per fatti avvenuti dunque sette mesi fa.

Come spiega il magistrato Livio Pepino, le misure cautelari «Non erano obbligatorie e, dunque, la loro emissione è stata una scelta discrezionale», inoltre i reati contestati consentirebbero, in caso di condanna, la sospensione condizionale della pena o l'accesso immediato a misure alternative al carcere. Dunque sarebbe stato logico attendersi degli avvisi di garanzia e indagati in condizioni di libertà. L'azione, anche secondo Sandro Plano, Presidente della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, «genera il sospetto di voler trasmettere un forte monito ai dissidenti della nuova linea ferroviaria. Strategia criticabile soprattutto in un momento che vede i Sindaci della Valle di Susa impegnati a stemperare le tensioni e ricondurre la protesta nell'ambito dell'assoluta legalità. Azione intempestiva in un periodo di crisi finanziaria che trascina nelle piazze migliaia di persone che si vedono ridotti diritti, pensioni, servizi e possibilità di incidere nelle scelte politiche».

Una bella risposta è stata la manifestazione di sabato 28 a Torino, fissata da tempo, e che ha visto sfilare sotto la neve 10mila persone, pacifiche e determinate, precedute da un corteo di sei carriole piene di candelotti dei lacrimogeni sparati alla Maddalena. Molti manifestanti avevano le stampelle, per ironizzare sull'arresto di Guido Fissore, consigliere comunale di Villarfocchiardo accusato di aver colpito con la sua stampella degli agenti lo scorso 27 giugno, quando la polizia sgomberò a forza con le ruspe il presidio No Tav. Secondo le testimonianze Guido era con il proprio corpo su una della barricate, aveva messo il fazzoletto sul viso perché l'atmosfera era ipersatura di lacrimogeni, ma tutti vedevano chi era. Cercarono di spostarlo a forza, lo strattonarono di peso, e lui improvvidamente colpì gli scudi di due poliziotti con la sua stampella.

«Rilevo anche che questi arrestati - prosegue Plano - non hanno agito per mero tornaconto personale, ma per opinioni, giuste o sbagliate, sulla visione politica e sulla tutela dell'ambiente. Queste persone potranno anche essere condannate, ma noi politici e amministratori, protagonisti di questi venti anni di dissidi sui fronti del sì e del no, non potremo mai dirci estranei, politicamente e moralmente, da quello che è avvenuto e avverrà».
Il prossimo appuntamento sarà la manifestazione nazionale contro la militarizzazione della Valle e le grandi opere, una marcia da Bussoleno a Susa promossa insieme - per la prima volta dal 3 luglio - da sindaci, associazioni e comitati no tav, per il prossimo sabato 25 febbraio, a cui aderisce Arci Valle Susa.

Info: moroni@arci.it

(Arcireport n.4 del 31 gennaio 2012)
www.arci.it