La presidenza nazionale dell’Arci ha approvato un ordine del giorno con cui si impegna l’associazione a sostenere i referendum contro le trivellazioni presentati da 10 regioni, sulla spinta dei movimenti No triv.
Di seguito il testo dell’ordine del giorno:
Lo scenario planetario definito dall’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro e invita i governi riuniti a Parigi per la COP21 a prendere posizione in modo deciso ed assumersi la responsabilità di un accordo vincolante per le parti che preveda sanzioni per chi non rispetta gli obiettivi necessari a contenere l’aumento della temperatura entro 1,5-2°C, ad uscire dalle fonti fossili che contengono il carbonio e a puntare al 100% di energia dalle rinnovabili entro il 2030.
L’Italia presenta soprattutto ombre e invece di proseguire su aumento della produzione da fonti rinnovabili, riduzione degli sprechi e sull’efficienza energetica, abbandonando strade virtuose che per esempio avevano portato ad un obiettivo del 43% di produzione da fonti rinnovabili sul mix elettrico, dimostra di voler andare verso il passato come testimoniano le facilitazioni procedurali per le fonti fossili, per gli impianti come le centrali termiche e termovalorizzatori, sulle le opere ed infrastrutture per trasportare energia che banalizzano e offendono il territorio, come TAP, Elettrodotti e Gasdotti tutti inseriti nello Sblocca Italia, sostenuti nella Strategia Energetica Nazionale che ci avvicina alle posizioni più retrive dell’Unione Europea come per esempio la Polonia piuttosto che verso le realtà più avanzate del nord Europa e della Germania che dopo l’abbandono del nucleare programmano o hanno già programmato l’abbandono delle fonti contenete carbonio.
Tale situazione insostenibile ha portato oltre ad una legittima e prevedibile opposizione delle Comunità locali, in difesa dei beni comuni, delle risorse territoriali e delle economie basate su agricoltura, pesca e turismo ad un vero e proprio scontro istituzionale tra Regioni e Enti locali da una parte a tutela del territorio, delle scelte e delle pianificazioni per un benessere durevole e sostenibile e il Governo Nazionale che invece in nome della ragion di Stato avvalla le richieste speculative dei petrolieri, delle compagnie private a scapito della collettività e dell’ambiente.
L’azione promossa dai movimenti No Trivelle e raccolta dalle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto ha portato i Consigli Regionali di queste Regioni a richiedere che sia sottoposta a referendum la questione delle trivellazioni in relazione ad alcune norme del decreto Monti, in particolare quelle contenute nell'articolo 35 che estendono il divieto di trivellazione in mare alle 12 miglia, riattivando contestualmente i procedimenti bloccati dal Ministro Prestigiacomo, e l'abrogazione di alcune norme dell'art. 37 del decreto Sblocca Italia che pone invece l'attenzione su un altro tema legato alla partecipazione delle regioni, dei territori e delle popolazioni alle decisioni assunte dallo stato su temi che li riguardano da vicino come la pianificazione di studi, la ricerca e l'estrazione di idrocarburi.
Il senso dell'azione referendaria è il blocco di tutti i progetti in essere e la sua approvazione farà sì che il divieto sia assoluto e non superabile, in quanto non potrà più essere introdotta alcuna norma che lo consenta.
Dopo il positivo esito degli ultimi giorni con il si definitivo della Cassazione ai quesiti referendari in attesa dell’ultimo passaggio della Consulta che dovrebbe avvenire tra gennaio e aprile è opportuno che si inizi a prefigurare il lavoro per avviare la campagna referendaria per farsi trovare pronti dopo che l’ultimo passaggio sarà completato.
PERTANTO
Vista la presenza molto forte dell’ARCI all’interno delle vertenze territoriali, come Circoli e Comitati Territoriali, e a livello Nazionale contro il Decreto Passera e lo Sblocca Italia, nonché l’impegno preso all’interno della Coalizione Clima di andare oltre Parigi e la COP21 impegnando l’Associazione tutta a fare della Giustizia climatica e della Giustizia Ambientale una delle tematiche centrali su cui lavorare nei prossimi mesi ed anni;
SI IMPEGNA
La Presidenza e il Consiglio Nazionale ad attivarsi al fine di sostenere, a livello Nazionale e promuovere tramite la Nostra Rete Territoriale, i referendum abrogativi contro le trivellazioni presentati dalle Regioni e dai Movimenti No Trivelle