Istituzioni, Governo e Parlamento promuovano politiche d’accoglienza efficaci. L’Arci incontra i prefetti di Catania e Siracusa

Istituzioni, Governo e Parlamento promuovano politiche d’accoglienza efficaci. L’Arci incontra i prefetti di Catania e Siracusa

La Sicilia è ancora una volta, come ogni estate, terra d’approdo di persone in fuga da guerre e persecuzioni e meta delle rotte dei migranti in cerca di futuro.
 
La gravissima crisi egiziana, l’acuirsi del conflitto in Siria, la guerra permanente nel corno d’Africa, e i tanti conflitti, più o meno noti, spingono in Italia ormai da diversi anni migliaia di persone in cerca di protezione.
 
Come è già successo in passato, nonostante alcuni piccoli passi avanti dopo il disastro dell’ex emergenza nord Africa, il nostro Paese è impreparato.
 
La costa orientale della Sicilia, soprattutto la provincia di Siracusa (con più di 6000 persone e più di 60 sbarchi dall’inizio dell’anno) ha registrato un alto afflusso, paragonabile a quello del canale di Sicilia e dell’isola di Lampedusa.
 
L’assenza di strutture adeguate, l’impreparazione e l’approssimazione con le quali sono stati affrontati questi eventi, per niente imprevedibili, ha prodotto innanzitutto moltissime ingiustizie e gravi strappi del diritto e dei diritti umani.
 
Ha inoltre alimentato ancor di più l’allarme sociale e i conseguenti sentimenti di avversione nei confronti dei migranti.
 
L’ARCI sollecita la politica istituzionale innanzitutto, il governo nazionale e il parlamento, ad assumersi la responsabilità di agire in fretta per affrontare la crisi di fronte alla quale si trova il sistema d’accoglienza italiano.
 
Negli incontri fatti in questi giorni con i Prefetti di Catania e Siracusa, ai quali abbiamo espresso le nostre preoccupazioni in merito alla gestione degli sbarchi e dei successivi inserimenti territoriali delle persone in cerca di protezione, a partire dai tanti minori non accompagnati, abbiamo anche rinnovato la nostra disponibilità a collaborare, come abbiamo fatto responsabilmente e volontariamente finora, senza rinunciare al nostro ruolo di organizzazione indipendente.
 
Abbiamo ribadito la richiesta di poter accedere, in qualità di ente di tutela dei rifugiati, agli spazi nei quali vengono temporaneamente accolti i migranti sbarcati. L’esistenza di alcuni servizi già affidati al progetto praesidium non giustifica l’esclusione di altri soggetti.
 
Abbiamo sollevato con forza la questione dello status giuridico dei luoghi scelti per l’accoglienza, preoccupati in particolare per il perdurare di una situazione di forte illegalità a Siracusa, dove i migranti in arrivo, minori inclusi, vengono accolti per periodi lunghi, in strutture inadeguate, senza una bando di gara, con affidamento a società che fino al giorno prima si occupavano d’altro, senza alcuna garanzia sui servizi offerti e le competenze del personale impiegato.
 
Abbiamo sollecitato, insieme all’Asgi, un impegno straordinario per i minori non accompagnati che, a nostro parere, come previsto dalla legge, devono essere subito affidati ad un tutore e seguiti con strumenti adeguati e personale competente. La responsabilità è dello Stato e i comuni non possono essere lasciati soli ad affrontare situazioni straordinarie, sia in termini di gestione che di costi.
 
Nel ribadire la nostra convinzione che lo SPRAR, che per noi rimane punto di riferimento unico per l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, anche minori, e che in questi mesi è stato opportunamente ampliato, possa rappresentare una parte importante della soluzione alle criticità oggi presenti nelle aree di arrivo, vogliamo denunciare inoltre l’assoluta insostenibilità dei grandi centri, a partire da quello di Mineo, dove l’accumularsi di problemi e criticità ha oltrepassato da tempo ogni limite: traffici illeciti, prostituzione, soprusi, ingiustizie e violenze sono il risultato della scelta sbagliata, più volte denunciata, di promuovere e gestire spazi enormi che strutturalmente diventano ghetti e luoghi a illegalità diffusa.
 
Chiediamo che la Regione Sicilia, al di là delle dichiarazioni di principio di questi giorni, intervenga in maniera chiara e coerente sulla questione, coinvolgendo le organizzazioni e le realtà che in questi anni si sono impegnate nell’accoglienza e tutela dei migranti, e nella costruzione di reali percorsi di inserimento in un’ottica interculturale.
 
Ci sembra infine indispensabile procedere alla convocazione di una conferenza nazionale sull’accoglienza, dove discutere pubblicamente con tutti i soggetti interessati e competenti, per approntare un piano nazionale per l’accoglienza che individui strumenti e risorse adeguate.
 
Non c’è più tempo da perdere.
 
(30/08/2013 - www.arci.it)