Discorso del Presidente della Comunità Montana Sandro Plano alla Manifestazione NoTav del 23/03/13

Discorso del Presidente della Comunità Montana Sandro Plano alla Manifestazione NoTav del 23/03/13

Creato: Mon, 25/03/2013 - 21:58
Discorso del Presidente della Comunità Montana Sandro Plano alla Manifestazione NoTav del 23/03/13

Bussoleno - Piazza del mercato - 23 marzo 2013

Un grande e caloroso saluto a chi viene da lontano, ai Parlamentari, ai Politici, alla Gente della Valle, agli Amministratori, che rendono grande, con la loro presenza, questa manifestazione che vuole raccontare una storia e dare messaggi per il futuro.
 
Ringrazio tutti i Comitati, i Volontari, il Comune di Bussoleno, e i miei colleghi che hanno lavorato per la sua riuscita. Un Ringraziamento particolare al Comune di Napoli che ha inviato il suo Gonfalone.
 
Abbiamo raccolto fondi per i ragazzi feriti in modo orribile da una bomba della seconda guerra mondiale e ci sentiamo vicini a Nicolas, a Lorenzo e a Stefano. Vittime di fantasmi del passato, un passato che pensavamo ormai sepolto, un ennesimo dramma di una valle che ha sacrificato migliaia di vite alla guerra, alla resistenza, al lavoro.
 
Ci troviamo qui per testimoniare ancora una volta i sentimenti di un popolo che vuole difendere la sua terra e di tanti amici che si interrogano sul futuro, non solo di una Valle, ma della nostra stessa Nazione.
 
Marciamo per dire che non siamo degli egoisti che pensano solo al proprio giardino, ma che siamo i pochi realisti in questa Repubblica dello spreco e delle illusioni. Si sta progettando una nuova linea ferroviaria da 20 e più miliardi di euro mentre la nostra economia è in crisi, gli scambi con l’estero si riducono, stanno raddoppiando il Traforo autostradale, hanno appena finito di ammodernare la linea ferroviaria storica che può sostenere un traffico di quattro o cinque volte quello attuale, l’interporto di Orbassano è stato declassato e il traffico su ferrovia e su strada continua a diminuire.
 
Nel passato in Europa si sono già registrati clamorosi fallimenti: Il Concorde, mito e simbolo dell’alta velocità, è stato abbandonato dopo aver accumulato miliardi di passivo; il Tunnel sotto la Manica ha comportato spese enormi e fallimenti a catena e la Corte dei Conti francese ha criticato il nuovo progetto di Tav. Non abbiamo imparato niente dagli errori del passato!
 
Ci raccontano che è un’operazione ecologica, che tolgono 2.000 TIR dalle strade di una valle ventilata, dimenticando che le Città devono ridurre i traffico d’inverno per le polveri sottili e per i gas di milioni di veicoli.
 
Una nostra cittadina ha più volte sottolineato che vogliamo andare a Lione in meno di 2 ore e dobbiamo aspettare 20 giorni per una visita con la mutua. Nonostante questo si vuole tagliare sulla sanità perché la Regione ha la cassa in dissesto finanziario e ha difficoltà a pagare gli stipendi.
 
Ci raccontano che lo scavo del tunnel di base porterà qualche centinaio di posti di lavoro nelle gallerie da qui al 2030, dimenticando che oggi migliaia di persone vengono lasciate a casa. 
 
Viviamo in questi giorni la preoccupazione per la chiusura dell’acciaieria Beltrame che in questi mesi del 2013 minaccia di licenziare 600 operai. Si illudono di trasferire impiegati e tecnici a manovrare una talpa.
 
Hanno militarizzato una parte della Valle, hanno la forza, ma non hanno ragione. LTF ha impiegato quasi due anni per scavare 50 metri di una galleria geognostica! Possiamo battere qui i record negativi della Salerno-Reggio Calabria.
 
I mass media si occupano di TAV solo quando succedono episodi di violenza, ignorando quasi sempre le proteste pacifiche, le ragioni tecniche, sanitarie e soprattutto economiche che sono alla base di questa opposizione. Sono più di vent’anni che dura questa storia.
 
Ci hanno sempre detto: dovete rassegnarvi, 630 deputati e 315 senatori sono favorevoli al TAV, siete una minoranza, non avete il diritto di opporvi, Tutta l’Italia lo vuole.
Non è più così! Nelle elezioni del 28 febbraio una gran parte degli Italiani ha detto molto chiaramente che quest’opera si deve mettere in discussione. Noi diciamo che l’Osservatorio non ha svolto il suo ruolo tecnico di esame del progetto, ma ha assunto, negli anni, un ruolo politico di promotore. Non era questo il suo compito!
 
Chiediamo un’analisi svolta da un Organismo tecnico indipendente per valutare: l’effettiva utilità dell’opera, l’analisi costi e benefici, la sostenibilità economica ed ambientale dell’opera, la possibilità di adeguare la linea attuale, le azioni necessarie per spostare il traffico merci dalle strade alle ferrovie, il miglioramento del trasporto pubblico locale.
 
Le elezioni politiche si sono concluse, ma i problemi sono rimasti tali e quali. Il quadro istituzionale e politico è quanto mai incerto e i cittadini chiedono risposte concrete alle domande sul loro futuro e di quello dei loro figli. Questa crisi economica, politica e sociale ha evidenziato le contraddizioni e gli errori di una Nazione che, forse, è ancora alla ricerca di un’identità.
 
Ci chiediamo come sia possibile realizzare le promesse elettorali, come sia possibile pensare a un Ponte sullo stretto, a nuovi Sommergibili, a nuovi caccia F35, al TAV, alla restituzione dell’IMU, alla riduzione dell’IRPEF, alla eliminazione dell’IRAP, alle fantomatiche compensazioni. Si fanno sogni di grandezza e non si riesce nemmeno a pagare gli esodati!
 
Le scuole devono essere adeguate alla normativa antisismica, i Comuni sono al limite del dissesto e i nostri Governanti continuano a dirci che bisogna fare sacrifici e che bisogna rispettare i limiti imposti dall’Europa. Questa mitica Europa che ci dice di non spendere, poi che vuole il treno, infine che non finanzia nulla. 
 
A fronte di una diminuzione delle risorse è necessario dare una scala di priorità alle spese. Per questo diciamo NO a un cantiere enorme, SÌ a 10.000 piccoli cantieri, diciamo NO a un buco nella montagna per evitare un buco nel bilancio. Diciamo SÌ a un nuovo modello di sviluppo, a prodotti che durano, a materiali che si possono riutilizzare, alla riduzione degli sprechi. Anche il Papa ha rinunciato alla croce d’oro come atto simbolico di una stagione di austerità.
 
Noi abbiamo i piedi per terra e per questo chiediamo di dedicare le risorse disponibili alla scuola, alla ricerca, ai servizi sociali e sanitari, all’assetto idrogeologico, alla lotta alla disoccupazione, alle politiche per le energie rinnovabili. Chiediamo che nel programma del futuro Governo sia inserita una revisione del patto di stabilità che paralizza le nostre iniziative locali, chiediamo più risorse per i nostri Comuni.
 
Hanno sciolto le Comunità montane! Faremo un’Associazione di Comuni a costo zero che continuerà le nostre battaglie e lavorerà per un nuovo modo di progettare il futuro.
La nostra Valle ha dimostrato determinazione e fantasia nel dire quello che vuole e quello che non accetta. Abbiamo la forza e la volontà di lavorare per una vita migliore.
 
La nostra situazione è così complicata che non sappiamo se è lecito avere speranze o si deve abbandonare ogni illusione. Albert Einstein ha detto: “E’ sempre meglio essere ottimisti e avere torto, che essere pessimisti e avere ragione”.
Comunque sia, Viva la nostra Valle. 
 
Sandro Plano