TAV, INTERROMPERE I LAVORI E APRIRE UN DIALOGO VERO
La “talpa valsusina” è un animale mitologico, un po' fresa, un po' treno, un po' supereroe che - per l'eccesso di zelo di qualche giornalista distratto - avrebbe già scavato, mentre ancora dovevano arrivarne i pezzi e i notav bloccavano le strade per tentare (sia chiaro, senza fortuna) di bloccarne l'arrivo.
La notizia è che la talpa TBM (tunnel boring machine) – simile alle due rimaste incastrate nelle rocce durante gli scavi dell'impianto idroelettrico di Pont Ventoux – ha iniziato a scavare solo ieri alla Maddalena. Lo scavo, avviato con un ritardo di circa tre anni rispetto alla scadenza prevista dal contratto di finanziamento sottoscritto tra l’UE e i due governi nel 2008, riguarda il cunicolo geognostico e non, come qualcuno fa intendere, il tunnel internazionale.
Difficile fare chiarezza fra le nebbie valsusine, in un clima in cui i media propongono una lettura binaria sì/no, terroristi/stato, e non le notizie. In questo modo: le talpe diventano animali mitologici, vengono ritrovate "parti di bombe molotov" (bottiglie di vetro?), e veri e propri “arsenali notav” (maschere antigas, fionde, cesoie, tute scure…), e i continui appelli dei sindaci notav contro l'uso della violenza vengono bollati come "tardivi" e ignorata la loro richiesta "al Governo di riaprire, con urgenza, un confronto tecnico e istituzionale anche con gli Enti locali che hanno espresso critiche all’opera".
Secondo il Sindaco di Venaus Nilo Durbiano “Attorno alla Tav ci sono vicende torbide” e non tutti gli attacchi di questi mesi sarebbero riconducibili a degli attivisti. Le lettere anonime (ricevute tanto dai sindaci sitav, quanto dai notav) e gli incendi ai cantieri (da parte di ignoti) non fanno che confermare quanto siano grandi e complessi gli interessi economici in gioco.
Dopo anni in cui non è volato nemmeno un sasso, c'è un momento preciso in cui tutto questo è iniziato, ed è la notta fra il 5 e il 6 dicembre 2005, quando fu sgomberato il presidio di Venaus. Come raccontava l'allora Presidente della Comunità Montana Antonio Ferrentino: “La violenza del blitz è stata inaudita. La gente inerte, sotto le tende, è stata presa a manganellate, senza alcun preavviso", lo stesso Romano Prodi sottolineò come l'uso della violenza da parte del Ministero dell'Interno producesse “solo esasperazione in una situazione già critica”.
Il tentativo di criminalizzare il dissenso ora è esplicito, e serve a non fare un confronto di merito sul fatto se una seconda linea ferroviaria sia utile o meno – punto sul quale le tesi del movimento notav sono confortate dal parere di 360 fra tecnici e docenti universitari – e neppure sulle priorità relative alla sua eventuale realizzazione. Che senso ha iniziare dallo scavo del tunnel internazionale, in assoluto il tratto più sottoutilizzato? La buona fede dei proponenti non sarebbe dimostrata affrontando prima il punto più critico, l'adeguamento del nodo ferroviario di Torino, che porterebbe beneficio anche al traffico ferroviario dei terni dei pendolari?
L'auspicio, ancora una volta, è che si proceda all'interruzione dei lavori, la fine di ogni atto di violenza e l'avvio, da parte del governo, di un dialogo vero con le amministrazioni e le comunità locali.
Gabriele Moroni
(18/09/13 - Arcireport n.33)