Confermato Presidente regionale Giancarlo Pizzardi
Sabato 22 febbraio presso la Casa del Popolo di Asti si è svolto il quinto Congresso regionale di ARCI Piemonte, che ha visto la partecipazione di tutti i 61 delegati.
Sono intervenuti come ospiti Anna Di Mascio, Portavoce del Forum Terzo Settore in Piemonte, Umberto Forno, Presidente del Tavolo Enti Servizio Civile, Alessandro Mostaccio, Segretario Generale del Movimento Consumatori e Adriano Mione di Banca Popolare Etica.
Ha aperto i lavori la relazione di Giancarlo Pizzardi, confermato all’unanimità Presidente, al termine della giornata, dal Consiglio Regionale uscito dal Congresso. Pizzardi ha analizzato la fase di crisi economica e sociale che sta attraversando il Paese ed il ruolo fondamentale dei circoli come spazi di rappresentanza democratici e di risposta ai bisogni di vecchi e nuovi cittadini.
Molti i temi affrontati dal dibattito, che ha individuato alcune tematiche prioritarie: lo sviluppo delle reti culturali; ambiente, beni comuni e stili di vita; welfare e diritti, la creazione di un gruppo di lavoro regionale su infanzia e adolescenza, partendo con l’adozione del manifesto pedagogico Arci: Una comunità educante.
Molta attenzione alla tutela delle basi associative, con la proposta di una Campagna per la valorizzazione dell’associazionismo di promozione sociale che veda un maggior riconoscimento dal punto di vista normativo della nostra funzione sociale, ma anche ricreativa e sportiva; e la richiesta di un percorso partecipato per il rilancio del Federazione Arci.
Fra i documenti approvati: una mozione ‘No Slot’, che invita i comitati a non affiliare circoli che facciano questa attività e a prevedere una progressiva eliminazione di quelle esistenti; la creazione di un tavolo giovani; e l’impegno, in vista delle prossime elezioni regionali, per una legge regionale a favore dell’uso terapeutico della cannabis in Piemonte.
Il Congresso con voto unanime ha aderito alla Giornata di lotta contro la criminalizzazione del movimento NoTav, respingendo ogni forma di criminalizzazione del dissenso e ribadendo la necessità di porre un freno alle grandi opere.
Gabriele Moroni, ARCI Piemonte
(27/02/14 - Arcireport n.8)