Conclusioni del Consiglio d'Europa sulla pace in Medio Oriente

Conclusioni del Consiglio d'Europa sulla pace in Medio Oriente

Creato: Tue, 29/05/2012 - 12:13
di: Piemonte
Conclusioni del Consiglio d'Europa sulla pace in Medio Oriente

CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO D’EUROPA SULLA PACE IN MEDIO ORIENTE
Bruxelles, 14 maggio 2012

Il Consiglio ha adottato le seguenti conclusioni:

1.L'UE ribadisce il suo impegno per la soluzione dei due Stati e la sua convinzione che gli attuali cambiamenti in tutto il mondo arabo rendono ancora più urgente la necessità di progredire nel processo di pace in Medio Oriente.

Ascoltare le aspirazioni delle persone nella regione, comprese quelle dei Palestinesi per un loro Stato e quelle degli Israeliani per la sicurezza, è un elemento cruciale per la durata della pace, della stabilità e della prosperità nella regione.

2. Porre fine al conflitto è interesse fondamentale dell'Unione Europea, nonché delle parti stesse e dell’intera regione, e può essere raggiunto attraverso un accordo globale di pace basato sulle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sui principi di Madrid, sulla Roadmap, sugli accordi precedentemente raggiunti dalle parti e sull'iniziativa di pace araba.

L'UE richiama all’applicazione del diritto internazionale umanitario nei territori palestinesi occupati, e all’applicazione della quarta convenzione di Ginevra relativa alla protezione dei civili.

3. L'UE accoglie con favore lo scambio di lettere tra le parti avviato il 17 aprile, a seguito degli sforzi del Quartetto facilitati da re Abdullah di Giordania e dal ministro degli Esteri Judeh e incoraggia le parti a continuare su questa strada. L'UE accoglie con favore la prima dichiarazione ministeriale di Netanyahu secondo cui il nuovo governo israeliano cercherà di avanzare verso il processo di pace.

Essa è pronta a sostenere la ripresa dei negoziati tra Israele e i palestinesi al fine di raggiungere una soluzione con due Stati.

L'Unione europea esorta entrambe le parti a costruire sui contatti in corso, compresa la dichiarazione congiunta del 12 maggio, negoziati sulla base della dichiarazione del Quartetto del 23 settembre 2011.

L'UE ha pienamente supportato la dichiarazione del Quartetto del 11 aprile e invita le parti a perseguire azioni che favoriscano il clima di fiducia necessario per garantire negoziati significativi, ad astenersi da azioni che minano la credibilità del processo e impedirne l'incitamento.

4. L'UE e i suoi Stati membri ribadiscono il loro impegno fondamentale per la sicurezza d'Israele, anche per quanto riguarda le minacce vitali della regione.

L'UE è costernata dai ricorrenti lanci di razzi da Gaza e condanna fermamente la violenza sui civili. L'Unione europea ribadisce il suo invito a tutti i partner della regione per la prevenzione efficace del contrabbando di armi a Gaza.

5. La fattibilità della soluzione dei due Stati deve essere mantenuta. L'UE esprime profonda preoccupazione per gli sviluppi sul terreno che minacciano di rendere questa soluzione impossibile:

- l'accelerazione della costruzione degli insediamenti dopo la moratoria alla fine del 2010, la recente decisione del governo di Israele per quanto riguarda alcuni avamposti negli insediamenti, la proposta di trasferire coloni dalla Migron all'interno del territorio palestinese occupato, mentre tutti gli avamposti eretti dopo marzo 2001 dovrebbero essere smantellati, secondo la Roadmap.

- A Gerusalemme Est gli sfratti e le demolizioni di case in corso, le modifiche allo status di residenza dei palestinesi, l'espansione di Givat Hamatos e HarHoma, e la repressione di pacifiche attività culturali, economiche, sociali o politico palestinesi.

- Il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione palestinese in Area C e le gravi limitazioni all’Autorità Palestinese di promuovere lo sviluppo economico delle comunità palestinesi inArea C, nonché i piani di trasferimento forzato delle comunità beduine, in particolare dalla zona più ampia E1.

- Il rischio di compromettere i risultati principali dell'Autorità Palestinese se le attuali difficoltà finanziarie non verranno superate.

6. Riguardo a questi sviluppi, l'UE ribadisce le sue posizioni e la determinazione per contribuire a mantenere viva l’ipotesi dei due Stati, in conformità con il diritto internazionale e le sue prese di posizione, comprese le conclusioni del Consiglio degli Affari esteri dell'Unione europea del dicembre 2009, dicembre 2010 e maggio 2011.

- Gli insediamenti restano illegali secondo il diritto internazionale, a prescindere dalle recenti decisioni del governo di Israele.
L'UE ribadisce che non riconoscerà alcun cambiamento, diverso da quanto concordato tra le parti, ai Confini del 1967, anche per quanto riguarda Gerusalemme.

- L'UE ribadisce che, attraverso negoziati, dev’essere trovata la soluzione per risolvere lo status di Gerusalemme come futura capitale di due Stati. Fino ad allora, l'UE chiede un equa fornitura di risorse e investimenti per la popolazione della città. L'UE chiede la riapertura delle istituzioni palestinesi a Gerusalemme, secondo la Roadmap.

- Sviluppi sociali ed economici in zona C sono di importanza cruciale per la sopravvivenza di un futuro Stato palestinese, l' Area C è la sua riserva di terra principale. L'UE invita Israele ad adempiere ai propri obblighi per quanto riguarda le condizioni di vita della popolazione palestinese in Area C, anche mediante l'approvazione accelerata di piani generali palestinesi, bloccando il trasferimento forzato della popolazione e la demolizione di abitazioni e della infrastrutture palestinesi, la semplificazione delle procedure amministrative per ottenere i permessi di costruzione, garantire l'accesso all'acqua. L'UE invita Israele a collaborare con la PA e consentire maggiore accesso e controllo della PA in Area C. L'UE continuerà a fornire assistenza finanziaria per lo sviluppo palestinese in Area C e si aspetta che tali investimenti siano protetti. L'UE si impegnerà con il governo di Israele per capire e migliorare i meccanismi per l'attuazione de progetti finanziati a favore della popolazione palestinese nella zona C.

- L'UE è il principale donatore per l'Autorità palestinese. Essa rileva che la maggior parte del Bilancio dell'Autorità palestinese è soddisfatta dalle proprie entrate tributarie e, pertanto, sollecita una rapida attuazione di miglioramenti, attualmente in discussione tra le parti, per il meccanismo con cui questi vengono raccolti e trasferiti, che dovrebbe essere trasparente e monitorabile. L'Unione europea sottolinea che tali trasferimenti da parte di Israele sono un obbligo ai sensi del protocollo di Parigi. L'UE invita la PA a continuare a perseguire riforme. L'UE invita gli altri donatori, in particolare i donatori nella regione, ad aumentare il loro sostegno finanziario all'Autorità palestinese.

7. L'UE esprime profonda preoccupazione per l'estremismo dei coloni. L'UE condanna la violenza continua e le deliberate provocazioni contro i Civili palestinesi. Chiede al governo di Israele di assicurare i colpevoli alla giustizia e di conformarsi agli obblighi derivanti dal diritto internazionale.

8. L'UE rimane impegnata nel processo di costruzione dello Stato palestinese, anche attraverso missioni PSDC e nell'ambito del Quartetto, che mira a uno stato palestinese basato sul diritto e sul rispetto dei diritti umani. L'UE è preoccupata per le recenti segnalazioni di arresti di giornalisti e sottolinea l'importanza della libertà di espressione, anche attraverso i media tradizionali e nuovi.

A questo proposito, si compiace per la decisione del presidente Abbas di revocare la cancellazione di diversi siti web, come indicato in un comunicato ufficiale palestinese.

9. L'Unione europea ha ripetutamente chiesto la riconciliazione intra-palestinese come auspicato dal presidente Mahmoud Abbas, in linea con i principi enunciati nel suo discorso del 4 maggio 2011. Si tratta infatti di un elemento importante per l'unità di un futuro Stato palestinese e per il raggiungimento di due Stati. A questo proposito, si ricorda la conclusione del Consiglio nel maggio 2011. L'UE attende Lo svolgimento delle elezioni come un importante contributo alla costruzione dello Stato palestinese.
 

10. Riguardo la legittima esigenza di sicurezza d'Israele, l'UE continua a chiedere l'immediata e incondizionata apertura dei valichi per il flusso di aiuti umanitari, merci e persone da e verso la Striscia di Gaza. La situazione è insostenibile, finché rimane politicamente separata dalla Cisgiordania.

Nonostante il progresso finora limitato, l'UE esorta il governo di Israele ad adottare ulteriori misure significative e di ampia portata che consentano la ricostruzione e la ripresa economica della Striscia di Gaza, anche per permettere il commercio con la Cisgiordania e Israele.
 
(22.05.2012)
www.arci.it