Centrale di Vado Ligure: i danni per la salute

Centrale di Vado Ligure: i danni per la salute

Centrale di Vado Ligure: i danni per la salute

Nella centrale di Vado Ligure-Quiliano continuano dunque a funzionare due vecchi gruppi a carbone; un Ente terzo e sicuramente super partes come l’Ordine dei Medici della Provincia di Savona a proposito di quei gruppi, in un documento ufficiale parla di «minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona»: questo dovrebbe bastare per attivare provvedimenti a tutela dei cittadini.

Peraltro la situazione generale dell’inquinamento è riassunta dalla stessa Regione Liguria nel Piano di risanamento e tutela della qualità dell'aria a pag 126: «La combustione nell'industria dell'energia e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto, PM10, SOx e di COV (composti organici volatili)». Tuttavia la centrale continua a funzionare sebbene priva delle autorizzazioni che derivano da tassative disposizioni di legge italiane ed europee che impongono sia provvista di A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale) con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni. Non solo: la proprietà della centrale (2007) presenta un progetto per l’ampliamento con un altro, grande gruppo a carbone. Su questo progetto il ministero dell’Ambiente esprime un giudizio positivo nonostante la contrarietà dei comuni del territorio (e in un primo tempo anche della Regione Liguria) che ricorrono al TAR. Per avere un quadro più chiaro possibile, i comuni di Vado e Quiliano commissionano una perizia allo studio Terra (firmata e giurata in tribunale dal dott. Marco Stevanin già membro della commissione VIA nazionale) della quale è opportuno riportare alcuni brani dalle conclusioni che risultano inequivocabili: «per quanto riguarda la salute, nell’analisi critica è stata evidenziata una situazione già fortemente compromessa mentre è da ritenersi lo stato di salute presentato nella documentazione di progetto assolutamente inattendibile, inadeguato e non rappresentativo della reale situazione presente sul territorio in questione.
Questo fa pensare che il giudizio positivo di compatibilità ambientale dell’opera rilasciato dal Ministero dell’Ambiente sia in netto contrasto con il principio di tutela e precauzione della salute dei cittadini, senza l’acquisizione preventiva dei risultati di opportuni approfondimenti. Si ritiene assolutamente insostenibile, dal punto di vista sia ambientale che delle possibili implicazioni sanitarie, l’insediamento sul territorio di un nuovo gruppo a carbone..alla luce di queste osservazioni il S.I.A. (Studio di Impatto Ambientale) presentato dall’azienda risulta inadeguato e inattendibile e andrebbe ritirato così come il progetto di ampliamento. si ritiene inadeguato quindi il giudizio di compatibilità rilasciato dal ministero dell’ambiente…»
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Con queste premesse è naturale che i cittadini si aspettassero finalmente quelle indagini sull’inquinamento e sulla salute dei cittadini chiesti con forza dei sindaci e che i vecchi impianti fossero adeguati alle migliori tecnologie senza indugio.
Invece, come visto, la Regione Liguria decide di rilasciare l’intesa per il nuovo gruppo a carbone da 460 MW e questo nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale, la contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e comitati, e nonostante le molte evidenze che saranno analizzate nel prossimo articolo.

Info: unitiperlasalute@libero.it

(Arcireport n.21 del 12 giugno 2012)
www.arci.it