Spettacolo Teatrale "In Ginocchio - storie di mafia" - Ultimo Teatro

Spettacolo Teatrale "In Ginocchio - storie di mafia" - Ultimo Teatro

Creato: Tue, 20/01/2015 - 20:16
di: Pinerolo
Quando:
Sat, 31/01/2015 - 21:00
Spettacolo Teatrale "In Ginocchio - storie di mafia" - Ultimo Teatro

Scritto ed Interpretato da Luca Privitera e Elena Ferretti

Regia Sergio Lo Verde

UltimoTeatro Produzioni Incivili (2013)

Stranamore

Note: Come sempre scriviamo i nostri testi per proporre indagini antropologiche sugli usi ed i costumi del contemporaneo, consumato e consumista, con la speranza che facendo così si riesca a dare un colpo di umanità ai marcescenti risultati che l’oggi e la nostra storia producono.

Questa nuova fatica a cui abbiamo lavorato per più di un anno è stata realizzata con la regia e la consulenza di Sergio Lo Verde, che oltre ad essere uno dei co-fondatori di MandarinArte (progetto residente nel podere confiscato alla famiglia Greco, presso Ciaculli di Palermo) è artista e grande uomo delle terre di Trinacria, che lotta da oltre trentanni attraverso il suo mestiere e con tutto se stesso, quella che sembra essere definita dai molti la “piaga del sud”. In questo periodo di residenze varie in Sicilia, con delicatezza ed entusiasmo, ci ha accompagnati in questo nostro nuovo viaggio all’interno della società della violenza e della disperazione, che oramai sembra caratterizzare le migliori democrazie occidentali e non.

Abbiamo deciso di portare in scena questo progetto, non solo perché io, Luca Privitera (attore e co-autore), sono uno dei tanti figli di coloro che sono scappati dalla propria terra a causa di questo grosso tumore chiamato “Mafia”, ma soprattutto perché è sempre più evidente che il malaffare e la delinquenza organizzata di stampo mafioso non sono più un problema esclusivo della bassa Italia, ma un problema dilagante e nazionalizzato, in tutti i fronti ed in tutte le sue sfumature. Un problema difficile da debellare e che negli ultimi cinquanta anni ha messo radici anche nell’estremo nord della penisola, attraverso: l’edilizia, la sanità, l’istruzione, la speculazione, lo sfruttamento, la droga, gli appalti, il mercato, i rifiuti, le istituzioni, la politica.

Abbiamo iniziato a scrivere questo testo nella nostra città di residenza Montecatini Terme (Pt), luogo storico del benessere, ma purtroppo oggi, luogo di mafia e corruzione, dove le tre capofila della delinquenza organizzata (Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra) unite alla Mafia Russa hanno colonizzato la città, disseminando ciò che di peggio l’uomo possa concepire. Sono circa 12 le confisce nelle varie frazioni, e molti di più i sequestri. Solo nella via dove abitiamo ci sono quattro alberghi tolti a svariati clan.

Il progetto e la messa in scena sono indirizzati soprattutto per le regioni del centro nord Italia, dove troppe volte per ignoranza o ingenuità, si pensa che il fenomeno mafiogeno sia un problema del sud. Ma non è così. Da oltre vent’anni, coloro che hanno distrutto il meridione e la sua dignità, hanno spostato i loro interessi in altri luoghi. Restando sicuramente, più nascosti, ma operando con grande efficacia e con la stessa determinazione e crudeltà. Per questo abbiamo deciso di far parlare i “cattivi”, all’interno del nostro spettacolo. Del “come” e del “perché” si diventa boss o affiliati, utilizzando un linguaggio, semplice e diretto. Adatto soprattutto alle nuove generazioni, vere vittime inconsapevoli, ma anche a quelle meno giovani, colpevoli più delle prime, per non aver fatto niente perché tutto questo cambiasse. Oggi più di ieri, l’attegiamento cinico e mafioso sta diventando costume e folklore di tutti i cittadini. In Ginocchio non è un spettacolo autobiografico e tanto meno biografico, è una sorta di diario dove sono stati appuntati tutti quei comportamenti e quelle caratteristiche della mafiosità.

Certo come messaggio è provocatorio, come in fondo lo sono tutti i nostri lavori, ma è una drammaturgia chiara e lucida, per denunciare tutti coloro, soprattutto noi persone comuni e giudici indefessi di tutto questo, che nella nostra continua indifferenza ed ignoranza abbiamo permesso e permettiamo tutt’oggi che tutto questo avvenga. In una totale normalità ed in una normale accettazione delle conseguenze.

Note di Regia: Dopo anni di lavoro sociale nei territori dove la mafia alimenta con azioni subdole la cultura della corruzione e dopo aver costatato che la donna è quella che inconsapevolmente alimenta e mantiene saldo il proliferare della cultura mafiosa, ma allo stesso tempo è quella che si rende conto che il futuro dei suoi figli è solo la morte, ho cercato di dare un taglio registico allo spettacolo facendo emergere l’umanità femminile come leva per un cambiamento reale e culturale.

Brevi Notizie su Sergio Lo Verde: Lavora da più di trent’anni nei quartieri a rischio di palermo, attraverso il teatro di strada e le arti circensi, con l’associazione Acuna Matata ed il progetto Tavola Tonda. Ha collaborato con Pepe Robledo (Compagnia Pippo del Bono), Jerzy Grotowski, Eugenio Barba, Mimmo Cuticchio, Wolf Gaudlitz, Roberta Torre. Attualmente conduce il progetto di teatro-forum “vedo, sento, parlo” ed è co-gestore del Progetto di Sviluppo “Mandarinarte” all’interno del podere confiscato alla famiglia Greco a Ciaculli.