Mafie al Nord: conoscerle per combatterle. Ne parlano Giulio Cavalli e Nando Dalla Chiesa

Giulio Cavalli a Rivoli
Giulio Cavalli a Rivoli
Giulio Cavalli a Rivoli
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli (foto Il Laboratorio di Calvino)
Giulio Cavalli a Rivoli
Giulio Cavalli a Rivoli
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa a Orbassano
Mafie al Nord: conoscerle per combatterle. Ne parlano Giulio Cavalli e Nando Dalla Chiesa
Il passaggio della Carovana Antimafie in Piemonte ci ha portato ad una riflessione su quella che è oggi la lotta alla criminalità organizzata, e sui modi per renderla reale e concreta, a partire dalla presa di coscienza del fenomeno. Il radicamento delle mafie nell’intera Penisola è un cancro in fase avanzata: se al Sud le centinaia di morti ammazzati per mano mafiosa da tempo hanno messo in allarme i cittadini, che in questi anni hanno dato vita ad un consistente movimento per la legalità, qui al Nord la presa di coscienza è recentemente stimolata da testimonianze di impegno in quella che è una vera battaglia di civiltà e di giustizia sociale.  Ne abbiamo parlato, in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, con lo scrittore, attore e regista Giulio Cavalli, e con Nando Dalla Chiesa, professore universitario di Sociologia della criminalità organizzata e figlio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso da Cosa Nostra nel 1982.
 
Giulio Cavalli, prendendo spunto dal libro scritto dal pentito Rocco Varacalli con Federico Monga, Sono un uomo morto (ed. Chiarelettere), ci spiega che le mafie al Nord non hanno bisogno di compiere atti intimidatori per aprirsi varchi nella società; la politica, dei tanti amministratori compiacenti o semplicemente di stratti, e il mondo dell’impresa hanno lasciato che mafie, corruzione e illegalità diffusa, prendessero piede e si sostituissero all’economia reale e al tessuto produttivo che un tempo permettevano al Nord d’Italia di essere ‘tre passi avanti’ rispetto al Sud. Nella Milano ‘Capitale morale d’Italia’, in questi ultimi vent’anni è stato un crescendo di scandali della politica, una valanga di segnali d’allarme ad indicare che le mafie prosperano soprattutto dove c’è terreno da mordere, dove - nonostante la crisi - si continua ad investire, senza però la capacità di controllare i beneficiari di appalti e risorse pubbliche, nelle costruzioni, nel movimento terra, fino alle grandi opere e infrastrutture. 
 
Ma è nel gioco della politica, nel sistema dei partiti e delle preferenze che portano all'elezione di candidati di riferimento per le cosche, che Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa, con il loro libro Buccinasco. La ‘ndrangheta al nord (ed. Einaudi), individuano come le mafie abbiano a pieno compreso la forza del meccanismo democratico, forse molto più dei cittadini, riuscendo spesso ad eleggere candidati di loro fiducia con appena 100 voti. Cavalli e Dalla Chiesa, ospiti di Arci Valle Susa, uno a Rivoli, l’altro ad Orbassano, convergono nel dichiarare lo strumento delle preferenze come uno dei possibili antidoti al dilagare del fenomeno mafioso, sottovalutato spesso dai cittadini italiani nella sua capacità di essere atto di contrasto all’illegalità e alla sopraffazione della criminalità organizzata: «Se i cittadini usassero lo strumento della preferenza in massa, soprattutto nelle elezioni amministrative, si neutralizzerebbe la presenza delle mafie dentro i consigli comunali delle nostre città».
 
Arcireport n.21, 28/05/2013