Due giorni di dibattito intenso con i presidenti dei comitati territoriali per costruire l’Arci che vogliamo

Due giorni di dibattito intenso con i presidenti dei comitati territoriali per costruire l’Arci che vogliamo

di Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci
 
Si trattava di una «prima volta». E come tutte le ‘prime volte’ aveva creato aspettative, curiosità, ma anche un po’ di timore di non cogliere fino in fondo le priorità di lavoro, gli obiettivi da raggiungere in un’assise così eterogenea. Stiamo parlando della prima Assemblea dei Presidenti dei Comitati territoriali, che si è svolta a Roma nei giorni 10 e 11 ottobre e che ha visto la partecipazione di oltre 70 persone, tra Presidenti e delegati, insieme alla Presidenza nazionale.
 
Era una bella sfida chiamare di sabato e domenica dirigenti dei territori in un momento dell’anno particolarmente impegnativo, incastrato tra due fine settimana con appuntamenti importanti, per molti un ulteriore impegno nei due giorni liberi dal lavoro, chiamarli, dicevo, a un incontro di cui avevamo sì mandato il programma, ma che un po’ ‘al buio’ si presentava.
Avevamo concepito quest’incontro come un momento di ascolto dei bisogni dei Comitati, ordinando la discussione attraverso sessioni di 90 minuti ciascuna, sulla base di una relazione introduttiva svolta da un componente dell’Esecutivo.
 
I Presidenti dei Comitati territoriali sono 114, di cui 31 donne, 41 non fanno parte del Consiglio nazionale, che pure è un organismo molto ampio (oltre 180 persone). 
I temi affrontati sono stati il tesseramento, lo sviluppo associativo, nuovi servizi (banca dati soci e socie, convenzione con CNA per l’apertura di ‘sportelli dei diritti’, sviluppo associativo possibile e innovazioni, comunicazione, servizi di consulenza, sostenibilità economica, ricerca di risorse). Ecco, questa «prima volta», con i suoi 56 interventi, con tante ore di attenzione (senza pause), è andata veramente molto bene, e questo giudizio non è solo della sottoscritta, ma è stato esplicitato in molti interventi, che hanno manifestato entusiasmo, soddisfazione e tanta ricchezza di idee. Sappiamo che il Comitato territoriale svolge un ruolo fondamentale per la nostra associazione: è il nostro volto, la ‘nostra faccia’ nei confronti di gruppi di cittadini che decidono di associarsi riconoscendosi in certi valori, un decisivo e cruciale front office per il bisogno di associazionismo. Ma è anche il centro delle prime e principali risposte ai circoli e alle associazioni già costituite, e quindi alle loro difficoltà, ai loro bisogni. E, infine, svolge il ruolo della rappresentanza della nostra associazione sul territorio nei confronti delle istituzioni e delle altre appresentanze sociali.
 
Sappiamo anche che le realtà dei Comitati sono molto diverse tra loro, e proveremo, anche alla luce dell’Assemblea, a censire approfonditamente chi sono i nostri Presidenti e le nostre Presidenti (quale è la loro condizione lavorativa, la loro storia, la loro esperienza). 
 
Questa occasione, che non a caso abbiamo aperto con la riaffermazione di un tratto politico identitario fondamentale per la nostra associazione, quello del pacifismo (con un intervento molto seguito e interessante della nostra presidente onoraria, Luciana Castellina) ha invece rafforzato e raccontato una realtà molto coesa, anche nelle sue differenze, che ha consentito la conoscenza e lo scambio tra dirigenti che provenivano da tante esperienze diverse. È stato davvero un importante momento di ascolto, di conoscenza reciproca e di proposta, che avevamo preparato anche con un po’ di dibattito su questa testata, e che ci piacerebbe continuare a svolgere. 
 
Vorremmo, dal prossimo numero di ArciReport, continuare a pubblicare gli interventi dei Presidenti dei Comitati perchè raccontino la propria esperienza e che cosa si aspettano dalla direzione nazionale.
La ricerca di una strategia comune per lo sviluppo associativo, le tante difficoltà raccontate e anche le suggestioni e i suggerimenti rispetto alle varie proposte hanno riempito gli interventi dei due giorni, che ci consentiranno sicuramente di lavorare meglio per costruire l’Arci che vogliamo.

(ArciReport n. 35 - 15/10/15)