Approvato il regolamento nazionale del tesseramento Arci 2017-2018

Approvato il regolamento nazionale del tesseramento Arci 2017-2018

di Gabriele Moroni, responsabile nazionale Arci Sviluppo associativo

Con l’approvazione del Regolamento del tesseramento Arci 2017-2018 da parte del Consiglio Nazionale abbiamo provveduto a rinnovare un pezzo del nostro patto associativo, quello che, fra le altre cose, regola la parte di quote associative previste per l’adesione di soci e circoli destinate al funzionamento del livello nazionale dell’Associazione - una parte importante delle nostre politiche di autofinanziamento, quella che più di altre garantisce la nostra autonomia.

Come negli anni scorsi è confermata la scelta di non aumentare le quote di prelievo dei materiali, che restano tutte invariate. Vengono confermate, con qualche piccola novità, le misure finalizzate a sostenere lo sviluppo associativo, probabilmente la prima novità che introducemmo per il tesseramento 2015. Oltre ai circoli che promuovono cinema e cultura, volontariato, attività per bambini e adolescenti, aggregazione in comuni dove non eravamo presenti, e a quelli composti in prevalenza da Under 35 e donne, potranno accedere all’adesione gratuita (per i primi due anni) associazioni che promuovono l’antimafia sociale e la legalità democratica, oltre che circoli impegnati nel recupero di spazi presso stazioni impresenziate o delle proprie sedi danneggiate da calamità naturali.

Prosegue il percorso di aggiornamento delle polizze assicurative, verrà ampliata la copertura R.C. attività anche al trattamento dei dati personali (privacy), ed adeguati i massimali degli infortuni legati alla Tessera dirigente, mentre è in corso uno studio su possibili integrazioni alla tutela legale. Sono invece sospese le polizze aggiuntive ‘Soci attivi’ e ‘Volontari’, poco utilizzate e senz’altro da rivedere alla luce dell’ormai prossima approvazione del nuovo Codice del Terzo Settore.

Se da un punto di vista regolamentare questo sarà l’anno di tesseramento che consoliderà le scelte degli anni scorsi (periodicità, incentivi, nuovo software, etc.), sarà anche il primo anno in cui affronteremo gli effetti della Riforma del Terzo Settore che non sembra affatto sciogliere i nodi e le criticità della normativa vigente aprendo prospettive nuove di sviluppo, ma al contrario rischia di portare con sé una eccessiva burocratizzazione dell’associazionismo, limitandone spontaneità e libertà, e portando un ulteriore irrigidimento delle strutture organizzative ed istituzionali. Negli anni abbiamo affiancato alle APS la possibilità di aderire all’Arci per le associazioni di volontariato e quelle che prendevano la qualifica di impresa sociale (L. 155/2006), ora il cambiamento del quadro normativo ci impone tempi stretti per fare scelte importanti su quale modello di sviluppo vogliamo adottare per la nostra rete associativa, e più in generale per tutto quel ‘sistema Arci’ composto non solo dalla Federazione, ma fatto di soggetti ed esperienze di varia natura nati sui territori, che non sempre hanno trovato una collocazione precisa nel nostro sistema istituzionale. Una sfida importante per rilanciare, in questa nuova stagione per l’associazionismo ed il Terzo Settore, il senso di appartenenza al progetto Arci, con radici salde nei valori nati dalla lotta di liberazione contro il fascismo, e lo sguardo verso il necessario cambiamento per ridurre le diseguaglianza e far crescere pace, cultura e diritti.

ArciReport, 22 giugno 2017